New York e la paura dei tassisti

C’è allarme nel mondo dei tassisti di New York. Un gruppo si è riunito a Manhattan, sulle sponde dell’East River, vicino al ponte di Brooklyn, per ricordare un collega che si è tolto la vita gettandosi nel fiume: è il quinto caso in cinque mesi. Yu Mein (Kenny) Chow, 56 anni, birmano, moglie e figli, era disperato perché non riusciva più a mandare avanti la propria famiglia e pagare i debiti. Nella Grande Mela sono circa 150mila mila i tassisti, alla guida di 100mila “yellow cab” (taxi gialli) più i “boro taxis” (verdi). Spietata la concorrenza di Uber: sono 60mila […]

  

I telefonini di Trump e la sicurezza

Che telefono utilizza il presidente Donald Trump? Qualcuno risponderà “chi se ne frega!”. Altri, invece, capiranno che dietro a questa banale domanda c’è un problema importante. Cerchiamo di spiegare perché. Trump usa almeno due iPhone, che gli sono stati messi a disposizione dal governo. Uno è abilitato solo a effettuare telefonate, l’altro invece ha alcune app caricate: alcuni siti di news e Twitter, strumento indispensabile per il presidente. Secondo quanto ha scritto Politico alcuni, nello staff del presidente, hanno cercato di convincerlo di non sottovalutare i rischi legati alla sicurezza. A partire dal fatto che un semplice telefono, dotato di […]

  

Stop aborto in Iowa quando si sente il battito del cuore

La governatrice dell’Iowa Kim Reynolds, repubblicana, ha firmato una legge che rappresenta il punto più avanzato della lotta del movimento pro-life. Con questa legge, infatti, l’aborto non sarà più possibile quando si è in grado di percepire il battito cardiaco del feto. “Ogni vita innocente è preziosa e sacra – ha detto la Reynolds alla firma della legge – e come governatore ho promesso di fare tutto quanto in mio potere per proteggerla. Ed è quello che sto facendo oggi”. La Camera, a guida repubblicana, ha approvato la legge (51 voti contro 46) dopo aver stoppato tutti gli emendamenti presentati. […]

  

Trump-Mueller, scontro finale

Il procuratore speciale Robert Mueller, l’uomo che indaga sul Russiagate, intende rivolgere alcune domande al presidente Donald Trump. E se il commander-in-chief non accetterà di farsi interrogare Mueller è pronto a spiccare un mandato di comparizione. Il Washington Post scrive che l’ipotesi è stata già esposta da Mueller agli avvocati del presidente in un incontro avvenuto a marzo. Il pallino è nella mani di Trump: se rifiuta di rispondere volontariamente alle domande di Mueller, il procuratore potrebbe emettere un mandato di comparizione che lo obbligherebbe a testimoniare davanti a un “Grand Jury”. Una settimana fa Rudolph Giuliani, che è entrato […]

  

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