O'RourkeCome tutti si aspettavano Robert Francis O’Rourke, Beto per gli amici, si è candidato per le primarie democratiche in vista delle elezioni presidenziali del 2020. “L’unico modo per essere fedeli alle promesse dell’America è dare tutto per lei e per tutti noi”, ha detto in un videomessaggio, parafrasando una celebre frase di Kennedy. Quarantasei anni O’Rourke è considerato un predestinato. Alle ultime elezioni di midterm ha fatto penare Ted Cruz, che ha dovuto faticare sette camicie per batterlo, riuscindoci alla fine con un distacco risicato. Nell’annunciare la propria candidatura O’Rourke ha parlato di sanità, convivenza, riscaldamento climatico e guerre “vecchie diversi decenni” a cui intende “porre fine” (vedi Obama). Ha parlato anche di immigrati: “Se l’immigrazione è un problema – ha detto – è il migliore problema che l’America possa avere”. Chiaro il guanto di sfida lanciato a Trump. Il primo grande comizio è in programma il 30 marzo a El Paso, città dov’è nato, vicino alla frontiera con il Messico. Da quelle parti Trump è già andato per parlare, ovviamente, del muro con il Messico. Ex deputato del Texas, lo scorso anno Beto O’Rourke è diventato famoso a livello nazionale con la candidatura al Senato, per la quale aveva raccolto 80 milioni di dollari.

Poco dopo l’annuncio della candidatura O’Rourke decide di giocare di anticipo rivelando un’ombra sul proprio passato, di ragazzo ribelle. Quando era al liceo faceva parte di un gruppo hacker (“Cult of the Dead Cow”, il Culto della vacca morta) che si proponeva di diffondere a tutti gli strumenti per hackerare i sistemi Windows. “Non è una cosa di cui sono orgoglioso oggi”, ha detto il candidato dem. Le interviste di alcuni ex compagni e dello stesso O’Rourke sono state raccolte in un libro dello storico Joseph Menn in uscita a giugno e anticipato dalla Reuters. Il gruppo “Cult of the Dead Cow” è noto per aver introdotto il concetto di “hacktivism”, l’attivismo politico e sociale che usa l’informatica. Gli hacker di questo gruppo si resero protagonisti di un potente attacco al colosso Microsoft alla fine degli anni Novanta con il programma Back Orifice. Ma O’Rourke, a quanto risulta, aveva già lasciato il gruppo.

Record nella raccolta fondi

beto-orourkeNel suo primo giorno di campagna elettorale Beto ha raccolto più di 6,1 milioni di dollari, superando Bernie Sanders, che finora guidava la classifica con 5,9 milioni di dollari raccolti nelle prime 24 ore. Beto piace alla stampa progressista. Vanity Fair ha pubblicato la copertina del numero speciale di aprile dedicato, con diciassette pagine, al giovane politico texano. “Sono davvero orgoglioso di ciò che El Paso ha fatto e rappresenta, è uno dei motivi per cui ho deciso di correre. Questa città è l’esempio migliore di cosa deve essere l’America”. Il riferimento è anche a come El Paso si è schierata a favore dell’accoglienza e contro il Muro voluto da Trump. Sui social impazzano i video in cui Beto lancia messaggi all’America: “Abbiamo la grande occasione di liberare il genio degli Stati Uniti d’America”. Le altre battaglie di Beto: assistenza sanitaria universale, liberalizzazione marijuana, difesa dell’ambiente (ha definito il Green New Deal la “migliore proposta mai vista”).

Trump subito all’attacco

“Beto O’ Rourke è pazzo?”. Il presidente Trump se lo chiede mentre risponde ad una domanda sul candidato dem. “Non ho mai visto muovere le mani così tanto”, dice Trump, aggiungendo di aver visto O’Rourke in tv. “Ho detto: ‘È pazzo o semplicemente è il suo modo di fare?”.

L’annunco della candidatura

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