dibattito_dem_cbsChi avesse dato un’occhiata o letto qualcosa sull’ultimo confronto in diretta tv tra i candidati democratici alle primarie degli Stati Uniti, trasmesso da Charleston (South Carolina), saprà già che è stato uno scontro dai toni molto accesi. Più che un dibattito una gazzarra, dove tutti alzavano la voce ed era difficile seguire un ragionamento senza interruzioni. La posta in gioco, del resto, era (ed è) molto alta. Oltre al voto in South Carolina c’è l’appuntamento del 3 marzo, il Super Tuesday, quando si assegneranno moltissimi delegati (1.338) e la corsa, inevitabilmente, vivrà una forte scrematura. Probabilmente dopo resteranno in corsa solo 3 candidati, forse 4. Quindi, avranno pensato, è bene darci dentro ora per cercare di spostare voti.

Dopo il dibattito quasi tutti i commentatori sono d’accordo su una cosa. Bloomberg non sfonda. Si dà da fare, per carità, mettendocela tutta, però fatica a divincolarsi dagli attacchi degli avversari. La senatrice Elizabeth Warren l’ha accusato di essere, proprio come Trump, un sessista con alle spalle accordi extragiudiziali con ex dipendenti vincolate al silenzio. L’ha accusato di aver esortato una dipendente ad abortire, avendo saputo della sua gravidanza. L’ex sindaco di New York ha negato tutto. Molto piccata la replica della Warren: “Non mi importa di quanti soldi abbia il sindaco Bloomberg. Il cuore del partito democratico non si fiderà mai di lui. Non si è guadagnato la loro fiducia, io lo farò”.

Warren se l’è presa anche con Sanders, dicendo che su di lei ha lanciato “spazzatura”. Se c’è un filo conduttore, in questo dibattito, è stato l’attacco contro Sanders. Eppure, in questo schema, peraltro abbastanza scontato, alla fine il vincitore può essere considerato proprio lui, l’anziano senatore del Vermont. Che risponde a tutti con veemenza senza farsi mettere all’angolo da nessuno. L’attacco più forte gli è arrivato da Michael Bloomberg, che dopo aver sottolineato che ha nostalgia per Fidel Castro ha insinuato che Putin punta su di lui: “Putin pensa che Trump debba essere eletto presidente degli Stati Uniti ed è per questo che ti sta aiutando ad essere eletto candidato, così perderai con Trump”.  Poi ha giocato la carta dell’appello al voto moderato: “Vi immaginate un solo repubblicano moderato che a novembre potrebbe votare un socialista? Presentando lui andremo incontro ad una catastrofe, perché garantiremo altri quattro anni a Trump”.

Sanders ha replicato negando ogni legame con Putin, ma al contempo ha voluto rinfacciare a Bloomberg la sua stima/simpatia per il presidente cinese Xi Jinping: “Non sono io il grande amico del presidente Xi della Cina, credo che il presidente Xi sia un leader autoritario e lasciatemi dire che a Mister Putin, che ha cercato di interferire nelle elezioni del 2016 e di mettere gli americani gli uni contro gli altri: Hey Mister Putin, se io sarò presidente, fidatevi, non interferirà più con le nostre elezioni“.

dibattito_dem_cbs2Piccola (o grande) gaffe di Bloomberg, al quale è scappato detto, a un certo punto, di aver “comprato” il Congresso che ha messo sotto impeachment Trump, con una campagna elettorale da 100 milioni di dollari che ha aiutato “ventuno democratici a essere eletti”, tra i quali la Speaker della Camera, Nancy Pelosi. Non ha pronunciato completamente la parola “comprato”, si è corretto subito usando l’espressione “portati dentro”. Ma molti sui social hanno sottolineato lo scivolone. Nel corso dell’infuocato dibattito la senatrice del Minnesota Amy Klobuchar, considerata una centrista, ha avvisato i democratici del grave rischio che starebbero correndo: “Se passiamo i prossimi quattro mesi a distruggerci tra i noi, vedremo Trump trascorrere i prossimi quattro anni a distruggere il nostro Paese”.

E Joe Biden come se l’è cavata? Non male. Anche lui ha attaccato per evitare di finire nell’angolo. In particolare Sanders, accusato di aver votato contro le “leggi per i controlli sulle armi” e aver lavorato per “indebolire Obama”. Su certi temi (come ad esempio il sostegno alla comunità afroamericana) è stato l’unico che si è speso direttamente, promettendo la nomina di un giudice alla Corte Suprema. Biden punta molto su di loro per cercare di ottenere la prima vittoria in South Carolina, o comunque un risultato di grande rilievo (magari un testa a testa), per poter dimostrare a tutti i democratici di essere nelle condizioni di strappare la nomination dalle mani del favorito Bernie.

 

 

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