John BoltonDi sicuro gliel’aveva giurata quando fu cacciato. Ora, a pochi mesi dal voto, il “falco” John Bolton si vendica e nel suo libro (The Room Where It Happened) in uscita il 23 giugno, spara ad alzo zero contro Trump. Un fuoco amico, se così si può dire. Nel suo dicastero alla Sicurezza nazionale Bolton restò in carica 17 mesi, dal 9 aprile 2018 al 10 settembre 2019.

Trump ha reagito con prontezza passando subito all’attacco via Twitter, con una recensione al veleno del volume in uscita: “Il libro ‘estremamente noioso’ (New York Times) di Wacko John Bolton è fatto di bugie e storie false. Ha detto tutto bene su di me, per iscritto, fino al giorno in cui l’ho licenziato. Uno sciocco, noioso, scontento, che voleva solo andare in guerra. Non ne ho mai avuto idea, è stato ostracizzato e scaricato felicemente”.

Ma di che parla Bolton? Dalle anticipazioni si capisce che il volume affronta diversi retroscena, temi politici visti da dietro le quinte alla Casa Bianca (compresi alcuni importanti viaggi all’estero del presidente) ovviamente secondo il punto di vista dell’autore. Bolton ad esempio racconta che durante il G20 in Giappone Trump avrebbe insistito molto affinché il presidente cinese Xi Jinping comprasse soia e cerali dagli Usa, per favorire alcuni stati rurali e quindi averne un vantaggio in termini di consenso in vista delle elezioni. Un’altra accusa, ancora più infamante: Trump avrebbe incoraggiato Xi Jinping nella costruzione di campi di internamento per le minoranze musulmane. “Trump – scrive Bolton – disse che era la cosa giusta da fare”.

Nel libro l’ex responsabile della Sicurezza americana tocca anche il tema Ucraina, di fatto confermando che Trump avrebbe fatto pressioni su Kiev affinché indagasse sulla Burisma Holding di cui Hunter Biden (figlio dell’ex vicepresidente), era membro del cda. Lo scorso 20 agosto, come scrive l’ex consigliere della Casa Bianca, Trump avrebbe dichiarato di non essere favorevole all’invio in Ucraina di materiale militare, fino a quando le autorità di Kiev non avessero ripreso le indagini contro Hillary Clinton e Joe Biden. Bolton sostiene anche di aver insistito molte volte con il presidente affinché gli Usa sbloccassero gli aiuti all’Ucraina. La vicenda in seguito fu la base per la procedura di impeachment contro Trump, finita con l’assoluzione del presidente da parte del Senato Usa.

Bolton affonda il coltello dicendo che Trump non ha principi e non è adatto alla Casa Bianca. “Non credo che sia adatto per il suo ufficio”, spiega a Abc News. “Non credo che abbia la competenza per svolgere il lavoro. Non c’è davvero nessun principio-guida che sono in grado di discernere (in lui) se non quello che giova alla sua rielezione”.

“Credo che Putin ritenga di poter usare Trump come un giocattolo”, ha aggiunto Bolton. E sullo storico incontro con Kim Jong-un sottolinea che “c’era un’enorme attenzione sulla ‘photo opportunity’ e sulla conseguente reazione della stampa”, ma “nessuna idea di come incontri del genere potessero rafforzare la posizione degli Stati Uniti”. E cita alcuni favori fatti ai dittatori, con i benefici ricevuti dalle aziende cinesi Huawei e Zte e dalla banca turca Halkbank.

Come dicevamo Trump non ha gradito questo libro. E ha reagito a modo suo: “Bolton è un bugiardo”, alla Casa Bianca “non lo sopportava nessuno”. Poi l’accusa forse più grave: “Ha infranto la legge”, riferendosi al fatto che le notizie riportate nel libro fossero riservate. Quanto ai rapporti internazionali il presidente ha tenuto a ribadire: “Nessuno è stato più duro di me con la Russia e con la Cina”.

Paradossalmente neanche i democratici non hanno preso bene la mossa di Bolton, più che altro nel tempismo. Lo spiega su Twitter Adam Schiff, capo della commissione Intelligence della Camera: “Quando allo staff di Bolton fu chiesto di testimoniare alla Camera sugli abusi di Trump, lo fecero. Avevano molto da rimetterci, e dimostrarono coraggio. Quando fu chiesto a Bolton si rifiutò, e disse che avrebbe fatto causa se gli fosse stato presentato un mandato di comparizione. Invece, si è tenuto tutto per raccontarlo in un libro. Bolton sarà uno scrittore, ma non è un patriota”.

 

 

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