Ci ha ripensato. Ora Donald Trump dice che “i patrioti indossano le mascherine“. In un’e-mail inviata ai sostenitori il presidente scrive che “c’è stata un po’ di confusione sull’uso della mascherina”. E aggiunge: “Penso che sia qualcosa che dobbiamo provare quando non possiamo rispettare la distanza dagli altri”. Dopo aver ricordato che non gli piace indossarle ha aggiunto che (le mascherine) “possono essere buone, possono essere solo ok e possono essere grandi. Possono forse aiutarci a ritornare al nostro modo di vivere americano che molti di noi giustamente amavano prima che fossimo colpiti in modo così terribile dal virus cinese”. Trump sostiene che “non abbiamo nulla da perdere, anzi tutto da guadagnare, compreso il prossimo capitolo nel futuro del nostro Paese”, tenendo “aperto tutto, che siano le scuole o le attività”.

Il presidente si sofferma poi sull’inchiesta della procura di New York, che indaga sul suo conto per frode bancaria e assicurativa. “È una prosecuzione della caccia alle streghe” e una “roba dei democratici”. Puntando il dito contro i democratici li accusa: “Non sono riusciti con Mueller. Non sono riusciti con niente. Non sono riusciti con il Congresso. Hanno fallito a ogni livello del gioco”.

Su cosa verte l’indagine su Trump? Il procuratore Cyrus R. Vance Jr chiede i documenti relativi a otto anni di dichiarazioni fiscali personali e aziendali del presidente. Nei documenti presentati cita “informazioni indiscusse” che dimostrerebbero “accuse di possibile attività criminale” alla Trump Organization “risalenti a oltre un decennio addietro”. La procura chiede al giudice di respingere le argomentazioni di Trump, che tramite i propri legali aveva parlato di persecuzione a danno del presidente. Tra i fatti all’esame della procura la testimonianza dell’ex avvocato di Trump, Michael Cohen, secondo cui il presidente potrebbe aver gonfiato il suo patrimonio e il valore delle proprietà per ottenere prestiti bancari maggiori di quelli a cui avrebbe avuto diritto. Meno di un mese fa la Corte Suprema ha deciso di “congelare”, per il momento, la consegna da parte di Trump dei documenti fiscali, ribadendo però che dovrà farlo. In questo infinito braccio di ferro tra giustizia e politica c’è da sottolineare che la famiglia del procuratore Vance è sempre stata molto vicina al Partito democratico, fin dai tempi di Lyndon B. Johnson. Il padre del procuratore, Cyrus Robert Vance, fu segretario di Stato del presidente Jimmy Carter.

Capitolo elezioni. Trump rivendica il diritto di firmare un ordine esecutivo sul voto per posta in vista delle elezioni di novembre. “Non ci siamo ancora arrivati, ma vedremo cosa accadrà”. Molto dure le critiche alle poste, accusate di non essere preparate a gestire una possibile valanga di voti, tendenza accelerata dal rischio coronavirus. Una settimana fa in un tweet aveva ipotizzato l’eventualità del rinvio delle elezioni sui cui però non ha potere decisionale), sottolineando che il voto per corrispondenza sarà “il più approssimativo e fraudolento della storia”.

 

 

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