Cosa cambia con Johnson speaker della Camera Usa

Al quarto tentativo sì è sbloccato lo stallo alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. Mike Johnson, deputato repubblicano della Louisiana, è il nuovo speaker. Ha ottenuto 220 voti (ne servivano 217 per essere eletto). Prende il posto di Kevin McCarthy, destituito all’inizio del mese dopo la mozione della sfiducia presentata dopo l’accordo con i democratici per evitare lo shutdown. Il più contento di tutti è l’ex presidente Donald Trump. “Sarà un grande speaker”, ha detto. Ma anche Biden si è complimentato, esortando il nuovo speaker a “muoversi rapidamente” su Israele e Ucraina per rispondere alle “esigenze di sicurezza nazionale […]

  

House of Cards reale: cacciato lo speaker della Camera

Se lo avessero aiutato sarebbe stato palese “l’inciucio”: i Democratici che salvano lo speaker repubblicano. Così l’hanno lasciato al suo destino e Kevin McCarthy è stato mandato a casa: 216 voti a favore della sfiducia, 210 contrari. Non è più lui lo speaker della Camera. La resa dei conti all’interno del partito repubblicano ha prodotto il suo scalpo. Otto i repubblicani che hanno votato per mandarlo via: Andy Biggs, Ken Buck, Tim Burchett, Eli Crane, Matt Gaetz (il deputato che ha presentato la mozione) Bob Good, Nancy Mace e Matt Rosendale. Ma per quale motivo è stato cacciato? Lo spiega […]

  

22 anni dopo la strage che cambiò il mondo

8.030 giorni sono trascorsi da quella maledetta mattina che sconquassò il mondo. L’11 settembre è ancora lì, nei nostri occhi. Ventidue anni sono tanti. Passai da Ground Zero nel 2008, c’era un buco enorme, impressionante. Oggi quell’angolo di Lower Manhattan è tutto nuovo, ancora più grande e luccicante. Gli Stati Uniti sono così, nulla si ferma. Si piange, si soffre e ci si commuove, ma si riparte subito. La vita va avanti. Anche se non si dimentica: il memoriale dell’11 Settembre, bellissimo, ricorda la strage che costò la vita a 2.977 persone. Nel 2001 dopo gli attentati l’85%  sosteneva il presidente […]

  

Born in the Usa

Correva l’anno 1984 e il trentacinquenne Bruce Springsteen, già attivo da più di dieci anni, fece il botto con il singolo “Born in the Usa”. L’album omonimo vendette la bellezza di trenta milioni di copie e il cantautore di Long Branch (New Jersey) fu applaudito e apprezzato in tutto il mondo. La sua canzone divenne un simbolo, un emblema dell’orgoglio americano, e qualcuno pensò anche di utilizzarla per fini politici. Springsteen non la prese bene e respinse sdegnato gli “abbracci” dei repubblicani, disdegnando, al contempo, anche le avances democratiche. Il dettaglio più sorprendente, però, è un altro. La canzone fu […]

  

Siamo (davvero) tutti uguali? Stop all’affirmative action negli Usa

Il privilegio razziale per potersi iscrivere all’università è un’arma a doppio taglio. Non dovrebbe essere la pigmentazione della pelle a decidere se uno abbia il diritto, o meno, di studiare. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di porre fine all’affirmative action (discriminazione positiva), che punta ad attenuare le disparità economiche e sociali tra i gruppi etnici riservando una quota di posti alle categorie (o gruppi etnici) più svantaggiati. La Corte Suprema ha ritenuto di porre fine a queste politiche, ritenute incostituzionali. Di fatto tutti sono uguali, bianchi, neri o gialli, dunque deve (o dovrebbe) contare solo il merito. […]

  

Christie-Trump, questione di peso…

Prendere in giro qualcuno per i chili di troppo è odioso oltre che stupido. Il “body shaming“, la pratica con cui si deride o discrimina qualcuno per il suo aspetto fisico, fortunatamente trova sempre meno spazio nel mondo civile. Che questa pratica sia finita nel dibattito politico la dice tutta sul livello in cui siamo arrivati negli Stati Uniti. Ma tant’è… Chris Christie, ex governatore del New Jersey in corsa per le primarie del Partito repubblicano in vista delle elezioni del 2024, non ha preso bene le critiche che Trump gli ha rivolto, che si riferivano al peso e alla […]

  

Gop, Mike Pence gioca le proprie carte

I sondaggi dicono che è lontano, troppo lontano per poter sperare di strappare la nomination del Partito repubblicano. Ma la corsa non è ancora iniziata quindi tutto è possibile. E se in pista c’è un ex vice presidente, mai dire mai. Mike Pence, 64 anni compiuti il 7 giugno, in un dibattito con gli elettori del partito repubblicano, trasmesso dalla Cnn, si dice “orgoglioso del lavoro fatto” nell’amministrazione Trump. Non rinnega nulla e non prende le distanze, anche se tiene a precisare che lui e l’ex presidente hanno “diverse visioni del futuro“. A voler sancire la fine dei rapporti con […]

  

Provaci ancora Ron!

Lo hanno detto tutti: è stato un disastro. Quasi che l’evento, tanto sbandierato, lo avesse organizzato Trump. Stiamo parlando dell’annuncio, in diretta Twitter, del lancio della campagna elettorale per le presidenziali Usa da parte di Ron DeSantis, governatore repubblicano della Florida. Problemi tecnici a non finire e una figura non proprio bella per il rampante politico del Gop che sogna di fare le scarpe a Trump. Quest’ultimo gongola per la figuraccia del rivale. “Wow, il lancio di DeSantis su Twitter è un disastro, l’intera sua campagna sarà un disastro, il lancio di DeSantis sarà fatale?”, ha ironizzato l’ex presidente su […]

  

Guerra civile negli Usa

Donald Trump sente il “profumo della vittoria”, convinto com’è di avere in tasca la nomination repubblicana. La corsa delle primarie deve ancora partire ma l’ex presidente, intanto, lancia dei segnali di forza. Maliziosamente fa sapere che alcuni membri dello staff di Ron DeSantis, suo principale sfidante, gli stanno chiedendo un lavoro. “Stiamo ricevendo molte richieste di lavoro da persone che attualmente sono impiegate per la Social Security/Medicare cutting DeSanctimonious Campaign”, ha scritto Trump su Truth, il suo social network. E per farsi beffa del rivale lo chiama non per nome ma con un soprannome, secondo un vecchio schema ben collaudato […]

  

McCarthy, chi ha vinto davvero a Washington

  In un articolo pubblicato sul sito Atlantico Luca Bocci spiega molto bene ciò che è accaduto a Washington nei giorni scorsi, dove Kevin McCarthy ha faticato non poco per essere eletto Speaker della Camera. I Repubblicani avevano la maggioranza, eppure ci sono volute quindici votazioni. Pensate, una fatica simile per nominare lo Speaker non si registrava dal 1859. A rompere le uova nel paniere, in seno al Gop, la spaccatura tra due delle anime del partito: da un lato i fedelissimi di Trump, dall’altra l’ala più intransigente guidata in primis da Matt Gaetz, oltre che da Laurent Boebert. Non […]

  

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