Kim ReynoldsLa governatrice dell’Iowa Kim Reynolds, repubblicana, ha firmato una legge che rappresenta il punto più avanzato della lotta del movimento pro-life. Con questa legge, infatti, l’aborto non sarà più possibile quando si è in grado di percepire il battito cardiaco del feto. “Ogni vita innocente è preziosa e sacra – ha detto la Reynolds alla firma della legge – e come governatore ho promesso di fare tutto quanto in mio potere per proteggerla. Ed è quello che sto facendo oggi”. La Camera, a guida repubblicana, ha approvato la legge (51 voti contro 46) dopo aver stoppato tutti gli emendamenti presentati. Subito dopo il Senato ha confermato il proprio via libera con 29 voti contro 17. La governatrice ha aggiunto la seguente frase: “Capisco che non tutti saranno d’accordo con questa decisione. Ma se la morte si determina quando un cuore smette di battere, un cuore pulsante non indica la vita?”.

La legge, in vigore dal 1° luglio salvo ricorsi, chiede ai medici di eseguire un’ecografia addominale per valutare il battito cardiaco del feto in qualsiasi donna che intenda interrompere la gravidanza. Nel caso in cui si senta il battito i medici non potranno praticare l’interruzione di gravidanza. Nella quinta settimana di gestazione si comincia a formare il cuore del feto ed iniziano le prime pulsazioni cardiache, che di solito di possono sentire dalla sesta settimana, mediante ecografia o con il doppler, uno strumento che amplifica il suono.

È molto probabile che la norma finisca in tribunale, visto e considerato che diverse associazioni ne mettono in discussione la costituzionalità. I repubblicani dell’Iowa però sono convinti della loro battaglia e pronti ad andare avanti, sino alla Corte Suprema, sperando così di riuscire a ribaltare la sentenza Roe v Wade (1973), su cui si basa la legge federale sull’aborto. “La legge può essere un mezzo di cambiamento e un’opportunità per capovolgere la Roe v Wade – dice il senatore repubblicano Rick Bertrand -. Oggi il movimento pro-vita ha vinto, ma la guerra è dietro l’angolo”. Fuori dall’aula della Camera si accende la protesta di alcune donne pro aborto, che innalzano cartelli e scandiscono slogan: “Il mio corpo, la mia scelta”

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Per approfondire: leggi l’articolo sul “Des Moines Register

 

 

 

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