Giovedì 29 agosto 2013 – Martirio di San Giovanni Battista – Taurianova

Nel giorno in cui la chiesa cattolica celebra il martirio del Battista, nel giorno in cui Obama accusa apertamente il regime siriano di crimini contro l’umanità, nel giorno in cui il mio Amico Michele Caccamo si risveglia a casa, lontano dalle grate che lo hanno offeso nella Sua Arte e nella Sua Dignità Umana, ma senza intaccargli la Grande Anima, nel giorno in cui il mio paese, Taurianova, accende il falò beneaugurante de U ‘mbitu, che apre le celebrazioni in onore della Madonna del Miracolo, io, sfogliando la stampa, rischio l’infarto. Che non verrà, con buona pace di chi me lo augura… Ecco la notizia. Pare che gli organizzatori del concorso di bellezza Miss Trans 2013 abbiano deciso di dedicare l’evento a don Gallo.Che c’entra un prete, per giunta trapassato, con un concorso di bellezza, mi chiedo. Ma, poi, rifletto… Come possiamo dar loro torto? Don Gallo ha passato decenni a difendere i diritti delle persone LGT (la B la escludo: che c’entrano i bisessuali nelle “categorie” da tutelare?), mi dico.  Eppure, non mi basta.  E,  chiaramente convinto dell’ennesimo attacco che riceverò dalle associazioni che devono pur difendere il pane di cui vivono, vorrei poter dire la mia. Da omosessuale, ça va sans dire. Ragiono con calma. Nello stesso articolo leggo che tutta una giostra di istituzioni presenzierà all’evento e che saranno consegnate targhe, petizioni e diosaquantoaltro. Sbaglio o tutti i concorsi di bellezza sono sempre stati invisi ad una certa appartenenza politica? E come mai, invece, miss trans li attira tanto? Tanto, ma tanto, da farli diventare ospiti di primo piano? E, sembra, neanche  tanto ospiti… Perché noi, la gente con i disordini nelle mutande, piacciamo molto alla politica. Soprattutto in questo periodo. E a certa politica. Tutti hanno bisogno del frocio di partito, da ostentare non solo in campagna elettorale, ma anche durante le uscite pubbliche. Tutti hanno necessità di una “botta d’arcobaleno” nel grigiore degli impegni istituzionali. Ma guai, poi, a rompere i maroni con richieste specifiche o “pretese ricchione”. Dovremmo accontentarci della visibilità che ci arriva attraverso i raggi delle eccellenze illustrissime… Ed ecco il compromesso: Io, da voi. E Voi in foto con me. Per una reciproca campagna pubblicitaria. Vi confesso che mi piace di più il mio, di rapporto con la politica, di destra e sinistra: io  propongo dei progetti. Se  convincono, bene. Ma senza teatrino. Se non piacciono, niente mezze misure: progetti sepolti e amici come prima. Perché è il teatrino, la merda! Questo finto amore fraterno, zuccherato e caramellato per le apparizioni pubbliche e che si ritrasforma nella più sordida delle indifferenze a proiettori spenti. Gallo lo sapeva bene. Ed anche io. E, come lui, ne rido. Senza targhe. Sì, è vero: anche a me piaceva il prete dei “rossi”, la tonaca arcobaleno, il benefattore dei bassifondi… Il mio spirito senza padroni lo stimava, “il Gallo”, per la capacità, anche da anziano e sofferente, di strafottersene dei capi. Anche dei Suoi Capi. Quelli che sono stati costretti a uscire dal Palazzo e andare a celebrare i Suoi coloratissimi funerali. Bagnasco, per esempio (fotografato, proprio lui, mentre impartisce la benedizione e consegna l’Ostia a Vladimir Luxuria).

Sì, don Gallo godeva della mia stima. Ed è per questo che trovo fuori luogo e strumentale l’utilizzo della Sua enorme Anima per pubblicizzare un piccolo concorso che NON serve a nessuna causa. I diritti dei ragazzi e delle ragazze omosessuali e delle persone che ospitano nel corpo una sensibilità, una vita e un amore “Altro” non hanno necessità di fasce traslucide con richiami sponsorizzati. E non c’è bisogno di mostrare belle chiappe o cosce tornite per convincere una giuria di più o meno nobili guardoni che, dietro l’immagine, c’è anche cervello e anima. Se si tratta di un gioco, va bene. Purché tale resti. Ma, forse, non è solo questo. Non è solo un gioco. Temo sia passerella elettorale,  provocazione spicciola alla Chiesa tanto odiata,  speranza di primapagina.

E, dunque, giusta la madrina Parietti.

… fra me e me…

 

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