Martedì 10 settembre 2013 – Santa Pulcheria – in riva al mare, addolorato

Non ragiono. Sto qui, alle 02.45 di notte, con un dolore lancinante al petto. Urlo all’Universo una rabbia incontenibile, che non trova muri per fermarsi. Nessuna pietà, stanotte. Nessun Cristo mi convince!

La sposa (Roshan Qasem) ha 11 anni, lo sposo (Said Mohammed) 55.  (Stephanie Sinclair for The New York Times)

Pedofili e maiali. Così li voglio definire, senza alcun rispetto per tradizioni immonde che devono essere cancellate dalla storia dell’Umanità e che, invece, ancora persistono in troppi Paesi del mondo. Vergogne contro le quali dobbiamo armarci tutti. Di ogni arma. Dalla denuncia alla lotta vera. Sì, lo sento proprio nelle mani, oltre che nel cuore e, martellante, nella testa, il dovere di intervenire. Se me lo trovassi davanti, uno di questi zozzoni autorizzati, lo annienterei. Non so come, ma lo annienterei. Non so se riuscirei a fermarmi alle parole, avvelenate, che mi si affollano in gola; o se, invece, non cercherei, scientemente, un aiuto per cancellarne le orme impresse sulla terra della Terra. No, non lo so. E non mi vergogno di confessarlo.

La sposa (Majabin Mohammed) ha 13 anni,  lo sposo (Mohammed Fazal)  45 anni. Accanto, la prima moglie.(Stephanie Sinclair for The New York Times)

 

Rawan aveva 8 anni. Era andata in sposa ad un lurido quarantenne che, senza pietà, l’ha fatta morire per emorragia già alla luna di miele. La Piccola vittima viveva nello Yemen, al confine con l’Arabia Saudita. In quel Paese, il 25% delle donne viene dato in sposa prima di aver compiuto 15 anni!!! VERGOGNA! Stramaledetta vergogna! Non oso immaginare lo stato d’animo di quella bambina, strappata alla sua infanzia, sicuramente senza bambole e senza giochi, e consegnata, ad un uomo sconosciuto, solo per soldi o chissà per cosa. Una Creatura Innocente che avrà patito la paura dal primo momento in cui si è trovata sola fra le mani di quel vigliacco che non ha esitato un attimo a pretendere da Lei i “doveri coniugali”. Fino a farla morire. Una morte subitanea che lo avrà convinto, lui e la sua famiglia, della poca “qualità” della merce acquistata. E se, invece, fosse sopravvissuta a quella prima emorragia, cosa avrebbe dovuto patire, ogni giorno, la Madonnina? Cosa? Gli assalti continui di un coniuge spietato? O, forse, la violenza “necessaria” per convincerla a non sottrarsi MAI alle urgenze maritali?

Sahar Gul, sposa bambina appena quindicenne, massacrata di botte. Afghanistan. 2012 

La Piccola Sahar Gul, altra VERGOGNA MONDIALE, arrivò all’ospedale di Kabul, poco prima di Natale 2011, devastata dalle torture che il marito e i suoi parenti le avevano inflitto per convincerla a prostituirsi. Occhi gonfi di botte, collo tumefatto, un orecchio bruciato col ferro da stiro. Il corpo talmente indebolito dalle sevizie, che la Povera Vittima non poteva muoversi se non seduta su una sedia a rotelle. Le unghie strappate. Tutto, dopo solo sette mesi dal giorno delle “Nozze”. Quegli schifosi furono arrestati e condannati. Sono tutti fuori!!!

 

 

E chissà quante altre, occultate alle cronache… 

No! Non me la sento di star zitto. Non me la sento di accettare “Usi e Costumi” degli altri popoli! E non consento a nessuno di paragonare queste luride brutture con gli sporadici casi di cronaca nera del nostro Occidente. Qui, non esiste una legge che li consenta!!! Quel 25% di donne yemenite costrette a sposarsi anche prima dei 15 anni è, secondo un rapporto del ministero degli Affari Sociali (come si legge sulla stampa mondiale) autorizzato da una legge che dagli anni Novanta in poi ha abrogato il limite minimo d’età per contrarre matrimonio. Ulteriore concessione a scellerati genitori, lasciati liberi di decidere a che età le loro figlie possano “andare spose” a viziosi senza morale.

No! Non sto zitto! Mi bevo le lacrime, mentre penso alle mie quattro pronipotine circondate dall’amore e dalle attenzioni di noi tutti. Mentre penso a centinaia, forse migliaia di loro coetanee, in una parte maledetta del mondo, che non sanno cosa sia un sorriso.

… fra me e la mia rabbia incontenibile.

 

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