Giovedì 13 febbraio 2014 – Santa Maura – Taurianova

E, quindi? Adesso faranno uscire di galera da 10mila a 20mila spacciatori di marijuana e depenalizzeranno il reato. Ripeto, e quindi? Qual’è la novità?

Ho cinquantatré anni e vedo fumare i miei amici almeno da quaranta. Liberi e soddisfatti. Sono professionisti stimati, medici, artisti, impiegati, studenti. Mi fumano intorno, con rispetto, e non mi infastidiscono. Sanno che non uso né erba, né nessuna delle sostanze tossiche di quelle corpose. E manco me le offrono.

Mai usata cocaina, eroina, acidi vari, hascisc… Mi fanno paura, orrore e schifo. Anche con l’alcol ho smesso, Da anni. Mi drogo di fidanzati, di lavoro, di casa mia.

Nel mondo, invece, esistono intere popolazioni che masticano foglie di coca, fumano oppio, si sballano con erbe tossiche e funghi. Se stanno bene così, buon per loro. Certo, non posso non pensare che, poi, i loro governanti fanno i porci comodi e li trattano come servi. Ma, mi chiedo, perché, i nostri? Non lo fanno, i nostri, con noi? Anche noi, consumando solamente innocui funghi porcini e fumando tabacco nazionale, siamo trattati da deficienti. Sopra le nostre teste, decisioni e leggi capestro. Governi, mezzi governi, governicchi e quaquaraquà… E fosse solo questo… Neanche la religione è in buone mani… E nemmeno l’Arte…

E, comunque, quei popoli lì, poi, le droghe le lavorano pure, le trasformano, le impacchettano e ce le mandano via mare, per via aerea, in TIR, auto, a dorso di mulo, nello stomaco di umani cretini. I nostri giovani, e, ripeto, non solo loro, si beano del traffico internazionale e beffano le leggi.

Ora, che io, appena leggo il nome Giovanardi, mi faccia venire l’orticaria è un conto. Se, poi, a fianco a quello, ci trovo Fini, rischio l’embolia. E che la loro legge raffazzonata non mi piacesse è un’altra verità. Però, che una soluzione vada trovata è un dato di fatto.

A me, che il medico, l’avvocato, il creativo, il professore e, con loro, chiunque altro, decidano di volersi scolare una bottiglia di rosso o di rum, o fumare un ettaro e mezzo di papavero e marijuana, poco importa. Ma pretendo che lo facciano al chiuso di casa loro, e che vengano controllati se sono alla guida di un’automobile o all’ingresso del loro posto di lavoro. Ospedale o tribunale che sia, studio di ingegnere o commercialista, scuola o macelleria. E così via, fino ad arrivare a chi scrive, chi ha il compito di comunicare, di gestire strutture per anziani o persone disagiate o disabili.

Della propria vita privata ognuno è responsabile e unico “padrone”, ma della propria partecipazione alla vita sociale è altrettanto responsabile. E ha degli obblighi da rispettare. Dei doveri che gli vengono dal diritto degli altri. Io, un medico ubriaco o rincoglionito dalla canna, non lo voglio. E non voglio che un fattone guidi per strada nemmeno una bicicletta. Non affido i miei conti ad un commercialista dalla palpebra appesantita dalle cimette di cannabis appena fumate. Non compro carne dal macellaio che, oltre al coltellaccio, ha in mano il mozzicone con l’ultimo tiro aromatizzato all’hascisc.

Non scherziamo, per favore. Una legge è necessaria. Fatta meglio, fatta con criterio, fatta, ma non “fatta”. Qui, di “fatti” ce n’è fin troppi!

Sì, i “fatti” di eroina sono diminuiti, è vero. Anche quelli definitivamente bruciati dagli acidi. Ma c’è più cocaina e cannabis nei nostri fiumi che sulle montagne della Colombia. Perché, dicono, nelle nostre acque arriva con la pipì… Clicca qui

Dunque, una soluzione va trovata. La galera no? Beh, delle restrizioni, però, sì! E’ un po’ come per le mignotte: vuoi battere? Fallo a casa e non per strada. Le strade servono per camminarci, non per prostituirsi. Per esercitare il mestiere, sarebbe meglio autorizzare di nuovo la nascita dei bordelli! Con tanto di nastro tricolore e forbici per l’inaugurazione. Almeno, sarebbero controllate dal medico e pagherebbero pure le tasse…

Ecco, per le droghette e le droghe dovrebbe essere, più o meno, la stesa cosa: se vuoi bere a fottere, o fumarti lo spinello fino allo schiantamento, stai a casetta. Fino allo smaltimento dei postumi. Perché non è cosa normale andare in giro gonfi di roba tossica che ti scancella la mente. Quello, normale non è.

… fra me e me. RIP Fini-Giovanardi.

 

 

 

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