Martedì 1 Aprile 2014 – Sant’Ugo v. – Tonnara di Palmi

Benito Amilcare Andrea Mussolini (Dovia di Predappio, 29 luglio 1883 – Giulino di Mezzegra, 28 aprile 1945), Presidente del Consiglio dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943. Capo della Repubblica Sociale Italiana dal settembre 1943 al 27 aprile 1945.

E non scrivo altro.

Di lui, del Fascismo, della Storia d’Italia dal ’21 al ’45, della guerra d’Africa, delle leggi razziali, dell’Asse, delle amanti, degli oppositori, dei Patti, si è già scritto tanto e molto, molto meglio di quanto non possa fare io.

Anche di piazzale Loreto s’è scritto. E fotografato. E cinematografato. E tramandato.

Di quella tragedia tutta italiana, che resterà, comunque, impressa, a imperitura vergogna dei responsabili, nella nostra mente.

Non mi è piaciuto quello scempio. E nemmeno la fucilazione di Ceausescu. L’impiccagione di Saddam. L’esecuzione e lo strazio del cadavere di Gheddafi. La scena dell’omicidio di Kennedy e di Oswald.

Non mi piace l’esposizione nei musei delle mummie egizie. Nemmeno di quella dell’Uomo del Similaun.

La morte ha una sua dignità. E i vivi la devono rispettare. Sempre.

Chi resta ha il diritto di processare e condannare. Ma non di profanare, offendere, mortificare.

Per chi non lo sapesse, il Duce è morto. Lui lo sa. Molti babbuini dal culo rosso, no.

E, ancora, dopo quasi settanta anni, costruiscono la loro piccola storia politica personale su di lui.

E’ poca cosa. Da forze giovani, nuove, proiettate verso il futuro, mi aspetto molto di più.

Negli ultimi mesi, con l’Italia che si impicca o si finisce col gas, o buttandosi giù dal balcone, o sparandosi, l’urgenza della sinistra Sinistra è quella di scancellare il nome del Duce dall’elenco dei cittadini onorari. Bologna, Torre Pellice, Torino… (Ravenna, invece, ha detto no. Da Destra a Sinistra.)

Sembra che sia importantissimo farlo. Per la salute civica. O per carenza di programmi seri.

Già. Il populismo è sempre salutare: come una boccata d’aria di montagna.

Senza voler far polemica, vorrei segnalare che ancora fino agli anni ottanta, oltre quella cortina a est, esistevano i gulag. Che milioni di persone sono state condannate. E ammazzate. E dei Morti non è rimasta traccia. Chi erano? Uomini e  Donne. E bambini. E, tra loro, oppositori al regime rosso, ebrei, omosessuali, zingari, cattolici…

Loro morivano e  molti “cittadini onorari” tacevano. Eccome, se tacevano. Sapevano e non parlavano. Magari, intascavano aiuti, sovvenzioni, finanziamenti.

Che facciamo, dunque? Depenniamo anche loro? Sarebbe onesto.

Fra me e me. Tanto per prendermi del fascista…

 

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