Mercoledì 24 settembre 2014 – Senza Santi in Paradiso – A SUD

Arrivano a carrettate, di mare e di terra. Sui barconi, dentro ai pullman, nei sottofondi dei TIR, nelle stive delle navi, qualcuno in aereo. Vengono in Italia perché è l’Italia, non perché è l’Europa. Sono i furbi e i delinquenti fra i migranti. Quelli che vogliono lavorare o raggiungere i familiari che lavorano, si dirigono nel Nord dell’Europa. Da noi restano i più balordi, soprattutto. Oppure i più ottimisti. Ma sono pochi.

La stagione delle arance è alle porte e la Piana di Gioia Tauro si colora di nero. Un colore molto amato da chi non vuole pagare le tasse, visto che i lavoratori africani si accontentano di venti euro per un’intera giornata di lavoro. Un giaciglio da bestia e un pasto alla caritas, quando va bene. Se cucinano da sé, le pentole sono di quelle che noi non useremmo nemmeno come vaso per le piante; i piatti, quali? e le posate talmente vecchie che le forchette hanno le dentiere…

Grazie a loro, si evadono le tasse. E, nonostante questo, l’economia non decolla. E amen.

Ma al peggio non c’è mai fine. Perché non sono solo i semionesti il problema, ma i disonesti. Spacciatori, ladri, papponi, assassini, killer, violenti. Un esercito di malviventi con donne conniventi e figli sulla buona strada. Possiamo far finta che non sia così, per continuare la farsa dell’italiano democratico buono antifascista figlio della resistenza cattolico garantista e chi più ne ha…

Ma la verità è che le nostre galere sono piene di stranieri. Europei e non. Delinquenti di ogni risma. Senza regole, né capi. Gente violenta per birra e vodka, che ammazza prima di parlare. E, anche, spacciatori di morte e sfruttatori di donne, bionde e negre. Vendute ad ogni angolo d’Italia, arrogantemente. Puttane d’ogni razza vicino a Michelangelo e Leonardo, al porto di Gioia o sul lungomare di Reggio. Accano al Colosseo o sotto la madonnina… Gentaglia!

E questi zozzoni sono pure felici di esserci, nelle nelle nostre celle. Che, per quanto strette e popolose, sono sempre meglio di quelle dei loro Paesi. Luride, malsane, violente e inumane.

Delle pene della nostra Legge, quasi ne ridono. Perché sanno che dalla parti loro, per gli stessi reati, rischierebbero la testa. Anzi, ce la rimetterebbero. E senza processo. Senza avvocato. E senza pietà.

E vengono, dunque. Nel Resort Italia. A far festa. Perché l’Italia è un Bengodi garantista e permissivo. Come una sorta di mamma paziente e bonaria nei confronti anche dei figli più marioli..

Le nostre strade sono diventate più insicure della jungla salgariana. Anche le nostre case. Sì, anche quelle: le apriamo a idraulici stranieri, elettricisti stranieri, piastrellisti stranieri, tecnici stranieri, strani preti stranieri, nuovi amici stranieri… Poi, però…

Quando vedo in tv le cronache di sgozzamenti islamici di giornalisti occidentali, cooperanti occidentali, missionari occidentali, tecnici occidentali, mi ribolle il sangue nelle arterie.

Vi accogliamo e ci sgozzate? Vi aiutiamo e ci sgozzate? Stavo per scrivere vaffanculo, ma mi sono trattenuto.

Difendiamo, dunque, i confini e rimandiamo a casa, intanto, tutti i condannati carcerati (peraltro, la Legge lo prevede!)  A seguire, gli altri.

Quando, anni fa, un amico mi disse, mentre vivevo a Parigi, che i francesi non gli piacevano per il loro nazionalismo esasperato, gli risposi che, forse, quella era la loro forza.

Ebbene, sì: avevo ragione!

Un brindisi  ai francesi e un invito agli Italiani: #AMIAMOLITALIA e difendiamola, ché è venuta l’ora.

Non era per riempire le nostre galere che li avevamo accolti, né per difenderci da loro. Avevamo messo in atto un comandamento del nostro Signore: Ama il prossimo quanto te stesso. Evidentemente, non sono così prossimo.

Fra me e me. Dopo l’ennesimo sgozzamento islamico.

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