Sabato 4 ottobre 2014 – Senza santi in Paradiso – Redazione SUD, Gioia Tauro

(Monna Lisa)

 

Potrei nominarne mille e mille, ma non ne nomino nessuna. Sono Tutte Una. Tutte le vittime di questi ultimi anni che, Donne, pagano la furia dell’Uomo. Muoiono per gelosia, possesso, sesso, “troppa emancipazione”, superficialità, e chissà per quanto altro.

Cadono sotto ogni arma. Dalla pistola alla mano, dalla pietra all’acqua del lago, dall’automobile al burrone in montagna. Cadono come piume nell’aria, o come querce abbattute.

Si spengono vite, sogni, sorrisi e urla. Restano attoniti, i figli. Le madri. I padri. A volte, i mariti. Sempre, gli amici.

Vengono ingoiate, le donne, dal calendario, sempre più spietato verso di loro. Sembra non trovare pace, questo tempo di violenza spietata.

Basta una meches, o una gonna più corta, o, a volte, un paio di orecchini più luminosi. Basta un’uscita con gli amici. O una risposta data male. Basta, ormai, solo essere donna per caricare l’arma e farla funzionare.

Non sono mai stato “un femminista”: sono sempre dell’idea che non sia necessaria la lotta estrema. Già non la faccio per l’omosessualità…

Ma ho sempre guardato con rispetto e devozione verso le donne. Ritengo che quel primo nostro progenitore fosse proprio più femmina che maschio. Altrimenti, non avremmo potuto esserci. Del resto, già nella Bibbia, quella vera e non manipolata da mille mani in malafede, si parla del primo creato, una sorta di essere ermafrodito, dal doppio bagaglio genetico…

E molte delle prime divinità, lo erano.

E, dunque, è così che mi piace pensare: che la radice di tutto sia stata femmina.

Anche la nostra religione, tanto per non essere fraintesi, pone in alto, nei Cieli, a fianco al Padre e al Figlio, la regina degli uomini e degli angeli. Lei, Maria, sposa e madre di Dio, e, dunque, Dio Ella stessa.

Ah, se potessero ricordarlo tutti quei folli che, della Donna, stanno facendo scempio ovunque.

Vittime da vive e da morte. Puttane sfruttate, operaie maltrattate, madri dimenticate, mogli picchiate, morte umiliate e derise. Spesso, offese anche da cadavere.

A fianco alle tante donne amate e rispettate, milioni di altre vengono schiaffeggiate dall’arroganza e dalla violenza di una società non ancora pronta a considerarle pari, se non superiori, agli uomini. A certi uomini, sicuramente.

E il guaio è che, per molte donne, le peggiori nemiche siano proprio le altre donne. Schiave di millenni di sopraffazioni, hanno cervelli coi baffi e i testicoli. A danno della loro stessa femminilità.

E di questa confusione muoiono. Cadono come frutta matura, che, toccando terra, diventa terra. Senza ricordo di ciò che è stato.

Patisco le immagini dei tg, ma, soprattutto, la spietata ed irrispettosa cronaca inutile delle morti e delle sparizioni. Carne per i palinsesti, mai utile per stanare il colpevole.

Patisco le mille pagine delle riviste a prezzo popolare, dentro le quali si intrecciano i finti amori dei finti fidanzati da finto scoop ai veri dolori di famiglie devastate dalla perdita di madri, figlie, amiche, compagne.

Patisco il mutismo scellerato della Giustizia.

Fra me e mia Madre, di cui son parte.

 

 

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