Martedì 14 ottobre 2014 – Santi Omo e Lesbia, martiri e genitori – Redazione SUD by Sigma Tv, Piana di Gioia Tauro

Sul martiri, ci sto pure, considerando le molte vite rese difficili, in passato non così remoto, dalle violenze e dalle intolleranze umane. Sul genitori… ho un po’ di brividi.

Eppure, molti fra i miei ex fidanzati, oggi, sono affettuosi padri di figli di ricchione. Attenti alla loro crescita, educazione e formazione. Forse, il mondo va proprio in questa nuova inaspettata direzione: un cammino liberato dai pregiudizi degli altri. Ma non dei propri… se è vero che di quei miei ex amanti nessuno ha rivelato a moglie e figli di aver giaciuto “biblicamente” col sottoscritto. Eccome, se hanno giaciuto. Dunque, la prima paura è sicuramente quella di se stessi. Non certamente dell’altro.

Il primo miracolo, allora, i santi del giorno dovrebbero farlo in quella direzione. Liberare gli omosessuali dalla paura e dalla vergogna di sé. Eviterebbero a tanti il grande passo, quello menzognero della conversione a eterosessuale. A cui, detto papale papale (tanto per restare in tema), nessuno crede.

E si eviterebbero, conseguentemente, tanti sposalizi di parata, con fecondazione accidentale (da Accidenti!) o, peggio, programmata.

Ma i figli, gli omosessuali, non li fanno necessariamente per alibi. Oggi, molti non etero vogliono, comunque, impiantare famiglia e generare posteri da seme personale. Come dire che omosessuali maschi e femmine esigono pari diritti anche nel campo del diritto di famiglia. Matrimonio, dunque, anche fra persone dello stesso sesso, e adozione (anche su ordinazione) di figli semipropri.

Fino a qualche ora fa, confesso, ritenevo che il matrimonio e l’adozione fossero richiesta eccessiva, se non per altro, almeno per una sorta di rispetto nei confronti della serenità dei bambini, comunque immersi in un mondo non ancora pronto a così radicali mutamenti.

Poi, cominciando ad interpretare i primi spifferi provenienti dalle sale del Sinodo dei vescovi, mi è sembrato che i radicali mutamenti stiano attraversando proprio le mura più ostili, passando indenni da un mondo all’altro.

Incredibilmente, i vescovi stanno tessendo lodi a noi ricchioni che neanche Saffo e Wilde avrebbero potuto far meglio.

Si commuovono addirittura, citando coppie di loro amici rimasti fedeli e uniti fino alla morte e oltre ogni dolore.

Ah, santi vescovi! Cosa mai vi sarà successo, in questo poco tempo neofrancescano? Cosa vi avrà mai convinto in modo così profondo che noi demoniaci e indemoniati peccatori siamo, in realtà, angeli dalle piume profumate, santi da incensare, esempi di mille virtù?

Se sia convinzione o necessità, chi mai lo saprà…

Resta certo, però, che mi ero coricato ormai convinto che col mio vescovo ci saremmo capiti, ma con la Chiesa, mai, e mi sono risvegliato col portone di San Pietro così aperto da farmi venire un attacco di agorafobia

Perché, qui, ormai, non si parla solo di innamorati dello stesso sesso, ma, addirittura, di genitori a paio (come le scarpe, i gemelli e le palle del profiterole) di figliuoli da battezzare… Un eccesso mai considerato, forse nemmeno dal Padre Celeste…

Dubbio atroce: di che sesso, il Padre Celeste?

Fra me e me: meno male che non ho mai confessato come peccato la mia omosessualità. Mi mangerei, oggi, le mani per essere stato troppo precipitoso…

 

 

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