Venerdì 28 novembre 2014 – San Giacomo della Marca – Redazione SUD, Area industriale Porto di Gioia Tauro

 

Ma quanta fortuna mi hai portato e mi porti, Amica mia?

Eri presente, elegante come sempre, alla Prima presentazione del mio Diario di una vecchia checca, il 27 settembre 2012, al White di Cristiano.

E, sempre elegante come una perla, sei tornata a festeggiare con me e con tutti i nostri Amici il primo anno del Diario, al Target di Luciano, Paolo e Romualdo.

Il Diario è entrato in migliaia e migliaia di case italiane. E non solo. E lo deve anche a Te e alla Tua Amicizia.

Sì! Sei un meraviglioso talismano vivente. Proprio come una perla. Una ciocca di corallo. Preziosa ed elegante, come la prima. Forte ed esuberante, come il rosso abitante delle barriere marine.

E colta. Sapiente e discreta, sai ammaliare senza invadere o frastornare. Non sapremo mai quanti e quali libri hai tenuto in mano e saccheggiato con gli occhi e la mente, perché non hai bisogno di sfarfallarle al vento, le tue letture. Non esponi prodotti a vendere, Tu. Spargi delicatamente Socrate e Virginia Wolf, Hesse e Pirandello anche al banco della verduraia sottocasa, affettuosa e rispettosa. E mai proterva come i prezzemolini televisivi di certa sinistra Sinistra.

Questo mi piace di Te. Assieme alla grande ironia e, soprattutto, alla generosa autoironia. Così salvi anche i cretini e li lasci vivere, migliorandone i giorni.

Hai saputo ignorare le volgarità e le puntute cattiverie di penne frocissime intinte nella pochezza d’animo e nella scontentezza di sé. Chapeau, Madame Keplero! Non avrei saputo fare di meglio. Chi ci odia, in fondo vorrebbe somigliare al tacco della nostra scarpa più stanca e più anziana. E, se tenta l’avvicinamento, è per sentire l’odore dell’Eden.

Mara Carissima, ho letto e dimenticato, in questi ultimi giorni, tutto ciò che seguiva il tuo nome in quelle righe cafone e violente. E mi sono anche convinto che quelle parole sgarbate e sgraziate non erano probabilmente rivolte a Te. Non solo a Te, comunque.

Già, le frecce intinte nel curaro dell’insoddisfazione personale e professionale avevano sicuramente, anche e soprattutto, altro bersaglio. La scomoda ragazza napoletana che, con la propria intelligenza e l’invidiabile aggraziata potenza, sta insegnando alla Destra ad essere Destra. Sta accompagnando dentro al Palazzo la voce del Popolo. Sta dando lezione ai Soloni, scardinando la loro acida protervia.

Ci piace, Francesca Pascale. Perché ha indossato le offese vigliacche ricevute e ne ha fatto, non corazza, non armatura, ma fresco abito da passeggio. Ha saputo sciogliere macigni di cattiveria senza perdere la calma, né l’eleganza e lo stile da giovane castellana.

E se lo dice una perfida vecchia checca…

E Vi guardo, entrambe, con molta tenerezza. La Vostra amicizia mi commuove. Perché, al coraggio, affianca la gioia della frequentazione e della condivisione. A prescindere dalle ristrettezze mentali e dal razzismo mascherato da amara ironia di qualsivoglia pennaiolo a rimborso spese.

VogliateVi bene. E godeteVi le Sale e qualche fuga per i vicoli. La gente, quella vera, ha già capito. E apprezzato.

Fra me e me, pensando a Voi…

 

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