Mercoledì 28 gennaio 2015 – Senza Santi in Paradiso – Direzione SUD, Area industriale porto di Gioia Tauro

Pugni, chili, tonnellate di cenere sul capo, Caro Governatore Fighetto. Mi pento e mi dolgo di aver goduto alle Sue dimissioni (quello erano). Mi sfondo il petto di meaculpa per aver sognato ogni notte che Lei abbandonasse il timone della Rreggione Calabria. Lei, unico colpevole di scelte sbagliatissime. Lei, Scopelliti, il sordo che non concedeva appuntamenti se non alla Sua ristretta cerchia di leccatacchi. Lei, Don Chisciotte, con quel sanchopanza alla Cultura, male d’ogni male anche per i più azzardati monumenti ai caduti.

Ah! Se mi sbagliavo, Signor Presidente (mò, sì!)

Lei era miele di zagara! Fior di fiore. Un arcobaleno perenne sulla nostra terra di Calabria. Lei era stato il sogno e lo avevamo scambiato per incubo. Temevamo si fosse scordato di noi e Le manifestavamo con arrogante dolore la nostra delusione. Soffrivamo per quel Suo esercito di spennellaculo gellati e impomatati: sapevamo meglio e più di Lei che La stavano usando per fini volgarmente personali. Prevedevamo che L’avrebbero tradita, impallinata, maramaldata alla prima occasione.

Mi scusi, Presidente, se Le do della a, ma l’uso del Lei me lo impone. So che non Le piacciono queste effeminatezze, queste lascivie, queste caramellate da mezzi uomini: per Lei solo maschi puri e pelosi e pronti alla lotta. Come me, per esempio.

Se solo ci fossimo incontrati, Scopelliti! Se solo quei Suoi inutili tirapiedi non Le avessero creato la cortina da Repubblica di Salò intorno! Magari saremmo qui a festeggiare la nuova Giunta Regionale di Destra e senza magnaccia.

 Invece, siamo qui a leccarci le ferite e a cercare, come cani da tartufo, quel che resta del Centro Destra Calabrese, fra traditori, cerchiobottisti, passatori, emigrati politici, satrapi e sciacquatrippe. Pochi nobili politici e tanto popolo in attesa di capire. Mentre lo Sceicco Rosso nomina e snomina. I nominati,  a loro volta, vengono e vanno (vedi la povera Lanzetta). I capi di Rroma schiaffeggiano, e la regionecalabria perde le maiuscole e scivola verso un terzomondismo senza possibilità di salvezza.

Chi lo ha voluto questo nuovo Raìs, sceso con arroganza dalle foreste silane? Chi lo affianca e sostiene, seconde Lei? Perché tanto silenzio di tutti, Sinistra e Destra, ad ogni impopolare diktat che selvaggiamente esce per suo volere dal Palazzo? Lento come l’agonia da garròta, indeciso ma brutale, dicono vendicativo, egocentrico e poterecentrico. Poteva sperare in peggio la nostra regione?

E’ per questo (solo per questo), caro Governatore Fighetto – come amavo definirla – che Lei mi manca come l’aria. Come le frittole per festa di Maronna. Come la bestemmia sotto la Varetta del Santo in processione. Mi manca, mannaggia!

Fra me e me… Melanconico.

 

 

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