Mercoledì 11 marzo 2015 – Senza santi in paradiso – Taurianova, Calabria

Triste_bambino

L’ultimo è napoletano. L’ultimo finito sui giornali, s’intende. Perché delle migliaia di bambini vittime ogni giorno della furia sconcia degli adulti, non si riesce a trovare, spesso, notizia neanche negli sguardi dei complici. Una rete maledetta di silenziosi pervertiti che non si riesce ad individuare e distruggere.

Il piccolo napoletano è stato violentato per almeno un anno dal padre, che, alla fine, dopo averlo trasformato in un oggetto sessuale senza volontà, lo ha anche messo in vendita ad altri schifosi quanto e più di lui. La creatura è stata salvata da un agente di polizia municipale del nucleo tutela minori. Un angelo, diremmo. A cui va non solo il plauso, ma l’eterna gratitudine di tutti noi. clicca qui

Il cucciolo è l’ennesima vittima della perversione di adulti disturbati. Come la piccola Fortuna, volata giù dal balcone di casa a Caivano e di cui non si riesce a trovare il carnefice. Come Yara. Come tutta la schiera di angeli caduti, in tutto il mondo,  sotto la cieca violenza di chi dovrebbe prendersi cura della loro infanzia e, invece, la uccide.

Come le bambine spose dello Yemen, dell’India, di molti Paesi islamici.

Come i Bambini Soldato dell’Uganda, della Sierra Leone, della Nigeria: catturati, stuprati, drogati e costretti a uccidere.

Waldy, il mio amico filippino, mi raccontava delle “città nella foresta”, costruite in quelle isole lontane da pedofili occidentali e non solo. Interi villaggi dell’orrore abitati solo da vecchi sporcaccioni assassini e bambinelli innocenti. Spesso venduti dalle proprie famiglie per pochi dollari.

In Africa, in quei Paesi ad alta presenza turistica, li vedi, gli occhi della tristezza di bambinette e piccoli uomini abusati fino al contagio. Muoiono, senza cure, di tutto. Dalla sifilide all’AIDS. Senza pietà.

In certi Paesi dell’Indocina, come si chiamava un tempo, l’infanzia vale quanto uno sputo per terra. A volte, meno.

Ma anche il nostro Occidente grasso, stando alle cronache e alle operazioni di polizia, non difetta nel peggiore dei delitti. L’umiliazione dell’infanzia. L’abuso. La mortificazione e il martirio.

Finirà mai, questo scempio? Riusciranno, la democrazia e le Leggi, a trovare uno strumento, un’arma, per mettere la parola fine a tanta crudeltà?

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Fra me e me. Sempre più convinto che un Paese civile non debba rinunciare alla pena di morte.

 

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