Domenica 7 agosto 2016 – San Gaetano Thiene – a casa, in Calabria

Moussa Nino Lasi(con Moussa e Lasi, che vorrebbero tornare a casa)

Ma quale fraternità?! Ma quale accoglienza?! Quale solidarietà?! Tutte balle per i giornali e le televisioni. La verità è più fetida e inconfessabile. Anche per le tonache bianche

I negri dei gommoni servono a ben altro che a mettere in pratica la Parola del Signore…

I negri dei gommoni servono alla mafia come scagnozzi di basso cabotaggio, da braccianti senza diritto al salario nelle loro vaste tenute a sicari per accoppamenti senza cachet, da venditori di merce tarocca per finte signore che non vogliano rinunciare alla personale luisguittò quasi vera a distributori di calzettoni in cotone cancerogeno sugli intercity in perenne ritardo. Da staffette per i “piccoli” latitanti a guardiani di mignotte. A picchiatori di refrattari al pizzo. A sentinelle d’angolo per controllare i movimenti delle Forze dell’Ordine e dei singoli cittadini.

I negri dei gommoni servono ai drogati, quelli persi e sdentati postsessantottini (da eroina) e quelli cocainomani in Ferrari o quelli in scooter liceale, arrugginiti di canne e fumo da epatite già a 12 anni, perché come distribuiscono la merda i clandestini non ci riesce nessuno. Hanno, infatti, solo loro la prima delle caratteristiche necessarie ad uno spacciatore: sono invisibili. Non hanno nome, non hanno domicilio stabile, son tutti uguali e intoccabili, non sono registrati.  Anzi, sì: vivono a casa dello Stato Italiano, sono tutelati anche quando spaccano mobili, muri, coglioni! Se una stanzetta non gli piace, è pronta una suite di una depravato albergatore che, per 35 euro al giorno si farebbe anche inchiappettare sulla punta estrema della Mole Antonelliana. Giusto quel tempo necessario per guadagnarsi il rimborso statale ed europeo che gli consenta di fare il pieno alla fuoriserie con tanto di cavallino rampante.

I negri dei gommoni servono anche e proprio a loro, agli avidi. Di denaro, di notorietà, di riconoscimento pubblico di presunta bontà. Gli avidi di vita fuori dalle grigie mura di casa, dove abbandonano genitori anziani nelle mani di badanti senza fissa dimora che li seviziano col beneplacito dei “santi dell’accoglienza”, dove abbandonano intere nidiate di figli, che si drogano di canne e pokemon in fuga da individuare anche nel fondo della tazza del cesso, dove abbandonano mariti o mogli rincoglioniti di donnefransischemontenegro o chilhavisto e, magari, destinati all’abbandono all’alcol o a qualche zoccola d’oltreurali o mandingo delle foreste ghanesi… E che dire degli avidi di denari facili: i caritatevoli a pagamento delle associazioni “umanitarie”, che si stanno gonfiando le tasche di soldoni che puzzano di morte e di invasione del nostro Occidente? E i proprietari di immobili “consegnati” ai bonifici a pioggia della falsa europa dei burocrati magnoni e dei politici miopi (quando va bene) o, più verosimilmente, collusi? E che dire degli avidi di prime pagine con foto della stretta di mano bicolore, vomitevolmente buonista, e triste quanto un biscotto alla nutella schiacciato dalla ruota d’un TIR?

I negri dei gommoni e le loro femmine piacciono e servono agli sporcaccioni di tutti i generi, che, con pochi spiccioli, si sono assicurati, fin dal loro primo sbarco clandestino,  ore e ore di copule caffellatte, che, altrimenti, non avrebbero potuto nemmeno immaginare. “Vedo la gente morta”, diceva il ragazzino del film. “Vedo il troiaio ovunque”, recita la Vecchia Checca che sta scrivendo, scandalizzata, lei come e più degli altri umani, dalla deriva pervertita che sta prendendo la propria gente. Vecchie che si abbandonano a giovanotti equatoriali, cazzuti e furbi come faine, che, prima le spogliano, poi le spogliano. Nell’ordine, delle mutande, dei beni, della dignità. Pensionati integerrimi, che corrono dal medico a curarsi creste di gallo e scolo, manco vivessero nei bordelli dei bassifondi d’un secolo fa. Giovinette e giovinetti, schiuma della “società perbene” radicalchic e “ddesinistra”, che si intrecciano come mozzarelle di bufala a invasori di prima, seconda e terza generazione, per dimostrare che, in “amore”, Franza o Spagna purché se magna…

I negri dei gommoni servono alla chiesa deviata, quella che ha rinunciato, peccando, alla PAROLA, per dedicarsi unicamente ed ereticamente all’uomo, confondendo CRISTO, FIGLIO DI DIO, fattosi uomo, con l’uomo che crede di essere dio, ma che NON sarà MAI VERBO. La chiesa che si ingrassa con le voracissime fondazioni milionarie dei cardinaloni e dei vescovazzi in brama d’ascesa. La chiesa che HA ed E’ una banca. La chiesa che blatera di perdono in tv e sui giornalini di parrocchia,  ma non salva i parrocchiani stessi se sono italiani, occidentali, cristiani. La chiesa che accoglie i ragli degli infedeli, i quali, irrispettosi del Santo Tabernacolo, sporcano i lini candidi degli Altari con le loro sure di morte. La chiesa che tace sul martirio di centinai di migliaia di Cristiani nel mondo, soprattutto per mano dei maomettani. La chiesa di questo scellerato che viene dalla fine del mondo e che continua, senza misericordia alcuna, a parlare di misericordia. La chiesa deviata dei farisei dei cori domenicali, che si sentono così tanto in casa propria, da parlare a voce alta anche davanti all’Altare del Santissimo, da mangiare la pizza, bere la birra e ruttare fra i banchi destinati ai fedeli; da rispondere, autorizzati dalla frequenza alle riunioni parrocchiali, alle chiamate o ai messaggi dei loro volgarissimi cellulari anche durante la celebrazione della Santa Messa. La chiesa deviata dei preti pervertiti, che accolgono non A FIANCO, ma DENTRO di sé, confondendo la fratellanza con l’incesto. La chiesa che distribuisce il Corpo di Cristo ai suoi carnefici…

I negri dei gommoni, invece, qui NON servono. 

I negri dei gommoni servono ai loro Paesi, per lottare contro i signori della guerra, per mandare a casa i tiranni sanguinari, per liberarsi dal giogo della teocrazia e dell’avidità di soldi e potere, per rinascere come popoli, per creare democrazia, per dare futuro al proprio continente, per abbattere capanne e bidonville e creare case e quartieri, per coltivare le proprie terre, per allevare i propri bestiami, per inaugurare scuole, università, ospedali, uffici. Tutto lì, nella loro terra. Come noi abbiamo fatto nella nostra.

Aiutarli a fuggire verso casa nostra, ammazza noi e ammazza loro.

Quando tutto questo entrerà nella testa dell’Occidente, dopo essergli entrato nelle viscere, sarà un Buongiorno, Mondo!

Fra me e Voi.

 

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