Giovedì, 19 ottobre 2017 – San Paolo della Croce – a Casa Spirlì, in Calabria

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E, finalmente, il 16 ottobre u.s. il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, ha firmato l’ordinanza che stabilisce “l’immediato sgombero di persone e cose dall’area adibita a vecchia tendopoli per immigrati extracomunitari di proprietà di Corap, ricadente nel Comune di San Ferdinando, per la bonifica e la demolizione di quanto intorno alla stessa abusivamente realizzato.”

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S’è scocciato pure lui e la sua amministrazione di questa situazione che va oltre ai margini della umana e civile decenza. La “vecchia tendopoli”, in realtà, è una cloaca a cielo aperto, dove vivono, ammassate come termiti, un paio di migliaia di immigrati, clandestini e non (più clandestini che non); molti di loro dediti al fancazzismo. Altri, schiavi del doppio caporalato, nero e bianco. Altri ancora consegnati alla malavita. Le donne, non tutte, ma tante, sono puttane. O schiave di sudici approfittatori. Altre, vegetano alla bell’e meglio, franati grossi come rinoceronti e pidocchi e zanzare con la laurea in trasmissione di malattie tropicali.

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Quando l’ho visitata, la tendopoli, nella primavera di quest’anno, scortato dai Carabinieri del Comando di Gioia Tauro, pensavo di essere entrato nell’inferno. Con me, quel giorno, Michel Dessì, il mio “pupillo”, oggi grande giornalista per Mediaset. Filmò e descrisse quell’abisso in modo egregio! (clicca qui)

Da allora, unica novità, il raddoppio dell’inferno. Di fronte a questo letamaio, una seconda tendopoli, che non è certo paragonabile ai Parioli o Milano2!

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Condizioni di vita, esattamente uguali a quelle già descritte negli articoli precedenti di cui sopra… Nel silenzio delle istituzioni, della comunicazione, delle associazioni, della chiesa bergogliana, degli approfittatori, dei finti buoni, della politica che se ne STRAFOTTE fino alle prossime passerelle elettorali!

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Unico politico ad aver risposto al mio ennesimo accorato appello, quel Matteo Salvini che certa stampa vuole dipingere come un mostro per il Sud, un nemico e un detrattore, ma che, invece, fatemelo dire, ad ogni sollecito si interessa e si rende disponibile.

Il mio, a questo punto, gentile onorevole, è un invito ufficiale! Venga a rendersi conto di persona e infangandosi le scarpe di cosa stia accadendo da queste parti! La accompagnerò personalmente, se me lo consente, a fare un giro per tendopoli, campagne imbottite di africani, e strade da puttantour. Ma, prima, giusto per pareggiare certi confronti, Le vorrei fare incontrare un paio di centinaia di padri di famiglia di ex portuali  del porto di Gioia Tauro CHE SONO STATI MANDATI A CASA – LICENZIATI – senza se e senza ma!

L’estate calda è passata. Adesso si avvicina il novembre sacro ai defunti, ma, poi, subito dopo, partiranno gli spot pubblicitari televisivi e i grandi cartelloni 6×3 dei centri commerciali con dei gran panettoni destinati alle tavole imbandite per Natale… Bel natale del cazzo!, direbbe un mio conoscente poco avvezzo agli altari. Io, invece, credente e praticante, fedele e devoto, mi augurerei che fosse un Natale Santo e sereno. Magari Lei, con quel piglio decisionista, potrebbe consegnarci una certezza. Sicuramente meglio di tutti i suoi colleghi e sue colleghe che hanno abbondantemente  sfilato fra le tende con l’occhio da Bambi. Fintoni da ciaone appena saliti in aereo…

Venga, Salvini. E capirà che qui le cose non vanno mica tanto bene. Non creda alla favoletta che il Sud non La ami. Qui abbiamo ben capito dove stanno le vere responsabilità: per questo non vogliamo votarli più… E non abbia paura di trovarci la Ndrangheta: quella sta al caldo, fra i “giri alti” del Nord. Qua, al limite, ci passa le vacanze, fra un Dubai e l’altro. Un Miami e l’altro.

Mi dia retta… Io, al posto suo, un paio di giorni calabri me li regalerei, fra drammi e belle cose avrà il tempo di conoscerci meglio, di apprezzare, farsi conoscere, farsi apprezzare… Di bella e buona gente coi maroni (non il suo, i nostri) frantumati ce n’è una milionata…

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Faccia Lei…

Fra me e Matteo…

 

 

 

 

 

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