Mercoledì 18 aprile 2018, San Galdino vescovo – a Casa Spirlì, in Calabria

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Lotta aspra, in Vaticano, contro i preti pedofili.

Papa Bergoglio cala la mannaia sui pervertiti in tonaca (leggi qui). E salva la Fede!

E mi costringe, Francesco, a dire, Bravo Papa!, se, finalmente, sceglie la linea durissima contro la pedofilia in tonaca. Col suo Motu Proprio – e la sua richiesta di perdono alle vittime cilene – il Vescovo di Roma pone una poderosa pietra angolare nella costruzione di una nuova Chiesa Cattolica, e conforta la fiducia di coloro i quali hanno patito i colpi delle cronache di questi ultimi decenni, mettendo in serio dubbio la propria fede.

L’Irlanda, le Americhe, l’Africa, l’Italia… Migliaia sono state le denunce rimaste mute per quasi un secolo. Di quei bambini, quegli adolescenti, femmine e maschi, ne sono anche morti troppi senza godere del dono della giustizia in Terra. Senza poter mettere in guardia altre piccole vittime di orchi per i quali nessuna pietà umana sia possibile.

La violenza sessuale nei confronti di minori è una sorta di laido sport praticato in molti contesti, a partire dalle stanze più familiari, domestiche. Padri, fratelli, a volte madri, nonni, amici di famiglia… Un’armata di gente snaturata, diabolica, che ammazza senza ammazzare. Che pesta l’anima, pestando il corpo. Che trascina gli innocenti in una tubo senza vita, senza speranza, senza dio. Anticamera di un’esistenza, spesso, svenduta ai margini, con gli occhi spenti di chi non vuol più vedere. Le orecchie trapassate dal muto urlo del dolore senza via d’uscita. Col cuore ferito più che da una lama tagliente. Vite insugherate, impermeabili come pomice a qualsiasi sentimento. Vite già morte.

Ma ancor più lacerate se il carnefice è Colui che spezza il pane e offre il calice. Il sacerdote, per noi fedeli, è Cristo Gesù ogni volta che si veste d’Altare. NON PUÒ TRADIRCI, NOSTRO SIGNORE!

Se solo se lo ricordassero, quei giovani confusi, quando si dirigono con arrogante superficialità verso il portone di un qualsiasi Seminario! Se solo lo ricordassero loro le decine di “educatori”, insegnanti, confessori che li incontrano e li incoraggiano prima che, attori navigati, si prostrino, faccia a terra, davanti al Crisma! NON SI GIOCA CON DIO! E quando Lo si sceglie, bisogna essere convinti dei Suoi NO e dei Suoi SÌ.

Dio chiede sincerità, purezza d’animo, amore e servizio. Non dico castità (seppur consigliata, anzi imposta), ma pulizia morale.

Chi può mai, infatti, impedire ad un sentimento puro di prendere forma, se nato? L’amore non è un ramo d’albero, che si pota e si fa ardere nel camino. E anche un prete ha il diritto d’amare. Il diritto di sconfiggere il morbo della solitudine, se questa si ammala dell’abisso dell’isolamento. La disperazione, alla fine, genera mostri. No, non chiediamo il cilicio e il martirio. Ma il rispetto dell’Altare e della Vita. La celebrazione del volere del Creatore. Che non è una bazzecola!

Perché la perversione, no, non può essere accettata. Né curata. Per satana non c’è farmaco, né ricovero. Il demonio va combattuto. Scacciato. Rispedito nel suo inferno. E un prete pedofilo È satana!

Chi lo giustifica, lo incoraggia, lo copre, non lo denuncia, offende Dio e la Croce, l’Umanità e la Chiesa Cattolica. Vanifica il messaggio degli Evangelisti, il sacrificio dei Martiri, la saggezza dei Dottori della Chiesa. Ed è satana anche lui!

Grazie, dunque, a Papa Francesco, per quanto ha fatto, sta facendo, farà per allontanare dal Sacro Gregge i pastori ammorbati. Ne gioiranno i piccoli innocenti, morti da martiri. Ne gioirà il popolo di Dio. Ne gioirà la Santa Madre Maria, il Cui cuore sanguina. Ne gioirà nostro Signore… ma questo, lui, lo sa…

 

 

 

 

 

 

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