Domenica 23 dicembre 2018, IV Domenica di Avvento – da Casa Spirlì

IMG_4574(Panaghìa Glicofilusa di Casa Spirlì)

Adorata Maria, amata figlia di Gioachino e Anna, è grazie a Te e a quel Tuo innocente Sì, per il quale fosti concepita Immacolata, che l’umanità tutta, oggi, nonostante la cattiveria atavica e lo spregio del Bene, è salva dal buio dell’ignoranza e dal peccato dei peccati commesso dai più antichi. A Te, obbediente e docile fanciullina di terre aride ed ancora oggi inospitali, dobbiamo l’incarnazione di Dio e l’avocazione a sé di tutte le immondizie morali commesse, in migliaia di secoli, da noi uomini contro Chi ci ha amorevolmente e generosamente creati a propria immagine. E Tu, bellissima Madre del Creatore e del Creato, che nella più dolce di quelle poche occasioni di parola riportate dai Vangeli amasti definirTi Serva del Signore,  nulla chiedi se non di gioire un giorno all’anno,  in una grotta riscaldata dagli armenti, per patire, poi, ancora e per noi, le eterne inesorabili sette lance nel Cuore, ai piedi di una abominevole Croce.

Qualcuno, stolto, dice che Tu non sia mai nata, mai cresciuta, mai divenuta Madre, mai vedova del Tuo Divin Figlio. Quel qualcuno, credimi, nasconde nelle proprie viscere, sicuramente, dei segreti inenarrabili. Chissà, forse una madre snaturata. O, forse, un padre manesco. O, dioneguardi!, si avvelena con false aspettative di vita. O non dice chi sia veramente. Quel qualcuno, può darsi, si mente sulle proprie capacità professionali; o, addirittura, non sa amare. Non sappiamo, insomma, da cosa nasca quel rifiuto nei Tuoi confronti, Divina Signora, ma sappiamo che, a rifiutarTi, si sta male. Non si gioisce. Si muore a se stessi in ogni istante della propria presenza in questa vita. Si fallisce.

Io, vedi, Ti ho ereditata dalla Fiducia della mia Famiglia. Ti ho abbracciata in un piccolo Rosario di gocce di cristallo paglierino quando avevo solo cinque anni e vedevo partire la mia Mamma verso uno studio medico lontano. Ti ho portata sul petto e sul cuore, in un tondo che segnava il primo incontro col Corpo di Cristo, e che mi è stato scippato dai ladri in un pomeriggio che ancora maledico. Ti ho desiderata e accolta in una Santa Icona scritta da mani benedette. Ti venero nei legni devozionali delle chiese della mia Terra. Ti visito nella Tua casa di Lourdes, dove trovo la pace dello spirito e il mio centro di gravità in questa esistenza terrena. Ti respiro – sì, Ti respiro – nel respiro della mia amata Madre.

In Te, Santa Vergine reale e tangibile, vedo, chiaro e svelato, il Mysterium della Trinità. Tu, Sposa del Creatore,  Accoglitrice dello Spirito Santo, Madre del Salvatore, Immacolata per volontà divina, hai partorito, umana fra gli umani, divina fra i Divini, Colui che È. Senza pretendere troni. Né corone. Ed io, semplice umano, umile “sbagliatore di provincia”,  riesco, tramite Te, a capirlo, quel Mistero. Molti cervelloni si snervano nel tentativo di spiegarmi che Dio devo “crederlo senza vederlo”. Perché è pura essenza. Io sorrido e non rispondo. Perché io, Dio, lo vedo eccome. In un corpo di Donna senza Macchia: il Tuo. Anche se, magia della fede, anche quello devo costruirlo col Mistero della Fede…

Ma, credi, io Ti vedo in ogni poveretto per via. In ogni vittima di violenza. In ogni umano sofferente. In ogni figlio ribelle. In ogni licenziato. In ogni carcerato. In ogni ammalato. In ogni bombardato. Nei diseredati e nei burberi di buon cuore… Li guardo negli occhi e vedo quelli della loro mamma, che li benedicono mille volte. E, in quello sguardo benedicente, vedo Te, Figlia di Anna e Gioachino. E, in Te, anche  tutto Quello che non si può dire con parole, suoni, colori e carezze di pennelli…

Tu, Maria, mi sei Carne e Anima. In Te, Gesù e il Primo. La Voce dell’Angelo e il Soffio Divino. In Te, Madre, Figlia, Sposa e Sorella.

… perché in quella stalla, in quella notte, c’era Maria. E c’è ancora oggi.

#BuonNatale

www.spirli.it

Tag: , , , , ,