Nella nottata fra lunedì 16 marzo e martedì 17 marzo 2020, San Patrizio. A Casa Spirlì, con la Mamma  addormentata sul divano del salotto e cagnolina e gatto sul grembo #Iorestoacasa

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Nulla e Nessuno di più lontano, Fratelli miei, che le nostre terre e noi. Voi e la Vostra buonissima polenta, noi e le nostre affamate valigie di cartone legate con lo spago. Quando si incontrarono, tanti decenni fa, fecero vicendevolmente  scintille. Prima e al posto degli abbracci, partirono i muri degli uni e degli altri, e le incomprensioni. Eppure, anche Voi avevate valigie di cartone sugli armadi e anche noi preparavamo la polenta. Un po’ diversa dalla Vostra. La nostra si chiamava e si chiama ancora “friscàtole” e si prepara coi broccoletti e la salsiccia di maiale…

Anche Voi eravate e siete dei gran lavoratori. Come e quanto quei meridionali che partivano dall’unica terra che conoscevano a naso, dagli odori, dal contatto dei piedi nudi sulle zolle, per cercare pane per sé e per quella Famiglia che Voi non conoscevate, ma che loro pensavano ogni momento.

Nulla e Nessuno più lontano delle nostre Identità e di Noi, Fratelli miei che vivete a Bergamo e nelle Sue Contrade, fino alle valli e ai monti. Eppure…

Eppure… Ho un dolore, uno strazio, che nemmeno una lancia, un’alabarda nel petto potrebbero procurarmi! Mi pare di trascinarmi per le vie dei Vostri quartieri, spezzato come solo noi, tragici meridionali, riusciamo ad essere, e sentire, respirare, attonito,  il Vostro Dignitoso Contegno, il Vostro Esemplare Silenzio, la Vostra Compostezza, pur battuti, come siete, schiaffeggiati, dalla malattia e dalla spietata morte.

Vi ammiro, Fratelli Cari, perché non chiedete, non esigete, non pretendete! Accettate, obbedite, reagite e costruite. Avanzate!

Eh, quanto siete Forti! E quale nobile Esempio date!

Del resto, non siete, Voi, fatti della stessa Carne di quel grande Santo che fu Papa? Il Papa della Luna! Il Papa della carezza ai bimbi… Il Papa degli ultimi… Ecco, Lui, Bergamasco fra i Bergamaschi, regna sovrano in tutte le nostre case. E tutti Lo chiamiamo Il Papa Buono! Ed è nato lì, nel cuore della Vostra Terra! Papa Giovanni XXIII… Per zia Lina era Santo già negli Anni 70… E mi ha trasferito la devozione, tanto che, ad ogni suo viaggio a Roma, pretendeva che la accompagnassi sulla tomba del “Suo Santo”!

Quante cose vorrei scrivere e quante altre poter fare, per alleviare la piaga. Per levarVi il giogo di questa epidemia misteriosa e spietata oltre ogni ragionevole limite. Ma indosso, indegnamente, il Vostro maestoso rigore e mi impongo il rispetto. Perché altro e migliore risultato non lo otterrei, davanti al drago!

E, dunque, permettete almeno un grazie, Fratelli miei. Grazie per il Papa Buono, per l’Esempio che oggi ci state dando, per la Vostra invidiabile Educazione  Civica che permetterà agli scienziati di studiare, stanare e sconfiggere il mostro!

Non siete soli, no! Noi, ammalati come Voi, preghiamo anche per Voi, per i Vostri Cari che hanno attraversato il velo del Mondo a fianco, e Vi sentiamo vicini. Molto vicini. Nel cuore, direi. E nell’Anima. Fratelli Bergamaschi.

Sarà ancora dura, sì. Ma vincerete e vinceremo. Insieme.

Dedicato ad un Caro, Familiare, Fraterno Amico, rude come un mandriano, delicato come la carezza di un Papa Buono…

 

 

 

 

 

 

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