Domenica 18 giugno 2017 – Corpus Domini – a Casa Spirlì, in Calabria

Non si conosce la mamma di nessuno di loro. Tantomeno il padre. Sono tutti bambini, senza documenti, e di cui è impossibile  ricostruire le origini. Anche volendo utilizzare eventuali tratti somatici, non si caverebbe un ragno dal buco. Sono quasi tutti figli di rapporti sessuali consumati fra le privazioni e le violenze dei campi di concentramento libici. Figli di m. ignota, insomma. E anche di chissà quali e quanti padri. Ecco perché vengono caricati nelle parti più pericolose dei barconi per clandestini: perché nessuno si occupa o preoccupa di loro. E nessuno si dispererebbe se durante la traversata crepassero per i mille e un motivo fra i peggiori che possono succedere su quelle tombe semigalleggianti.

Sono troppo giovani per avere un passato da villaggio, capanna e famiglia. La loro attonita esistenza testimonia, piuttosto, la ferocia neonazista dei carcerieri islamici libici, e non solo, che li vedono (e li fanno) nascere fra gli stupri quotidiani nei lager in cui i disperati attendono di essere imbarcati per l’invasione dell’occidente. Sono migliaia, le donne abusate dal momento in cui le famiglie d’origine le vendono o le cedono e se le vedono rapire sotto gli occhi e fra gli stenti. Ragazzine minorenni destinate all’orrendo mercato della prostituzione a vita. Considerando che la vita di queste disgraziate non dura così a lungo. Giusto il tempo di sfruttare al meglio la loro gioventù o qualche dono di natura. Poi, calce viva o sacchi neri e machetate.

Sti bambinetti vengono dati in aggiunta al carico. Vengono bene in video allo sbarco e toccano il cuore dei finti buoni. E, cosa non da poco, valgono bigliettoni sul mercato dell’assistenza. Gli Stati, infatti, pagano molto di più (alle ONG, NdA) per il mantenimento di un minore, rispetto a quanto sborsano per un adulto.

E, dunque, ci stanno riempendo di figli di m. ignota, che cresceranno senza famiglia, senza controlli, arrabbiati e carichi di odio sociale. Fra venti, trent’anni questo nostro Paese sarà un bordello. Ci rifaranno dei bei film neoneorealisti. Si organizzeranno tavole rotonde e le università studieranno il nuovo vecchio fenomeno dei figli di m. ignota 2.0.

Noi, ormai vecchi, stanchi e demoralizzati, vedremo ardere gli ultimi tizzoni di Palazzo Pitti, del Duomo e del Colosseo. Avremo gli occhi velati dalla povertà di Stato e dalla liberatoria Summa degli anni vissuti. Ci pisceremo sotto e dimenticheremo di prendere le pillole.

Loro, beh, loro avranno già trasformato l’Italia in una latrina. Del resto, non erano altro che un esercito di figli di m. ignota…

#frameeme

 

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