Mercoledì, 4 luglio 2018, Santa Elisabetta di Portogallo – da Casa Spirlì, a Taurianova

Nino spiritoso

No, non li ho letti, volutamente, i due articoli scritti da due giornalisti locali che dovrebbero riguardare la mia persona, ma che, in modo evidente, tentano di screditare, attraverso delle pure congetture su di me, un eminente membro di questo coraggioso e forte Governo. Io sono semplicemente il piccolo sasso con cui disattenti e frettolosi tiratori hanno maldestramente caricato una debole fionda antigovernativa, che tenta di spargere terrore e infamia gratuiti.

Cavalcando una prescia incontrollata, peraltro, non si sono resi conto, entrambi, che larvando un’accusa nei miei confronti, hanno offeso ben quattro anni di lavoro di Magistrati e Forze dell’Ordine. Pur di tentare lo scoop rionale, hanno annientato la nobiltà della Giustizia Italiana, la quale, dopo tutte le verifiche del caso – e immagino che siano state mille di mille – ha ritenuto già da subito che Antonino Spirlì, detto Nino, è persona che non merita alcun addebito in alcunché.

E, attenzione, non dopo lunghi processi. No, no. Proprio durante la fase investigativa, e a conclusione della stessa.

No, Nino Spirlì non è mafioso. Non presenzia, non partecipa e non organizza. E, soprattutto, NON NE SA!

Al limite, come capita a chiunqueviva in un piccolo centro come quello dove vivo, può capitargli di augurare buongiorno a chiunque. A volte, anche ad un pessimo giornalista.

No, no, non rivolgerò offese o infamie, né spargerò palate di fango contro gatte presciolose: hanno già il grande dolore di aver partorito gattini orbi. Solamente, se posso, vorrei consigliare a cronisti, direttori ed editori, di controllare certi istinti giustizialisti e infamanti: spesso costano parecchio in risarcimenti. Specialmente quando fanno a cazzotti con le sagge decisioni della Giustizia.

Affezionatamente Vostro, @Ninospirlì

 

 

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