Non è negando o nascondendo il problema che lo si risolve, nè il ricorso alla gioia “forzata” ci libera dalla paura esistenziale connessa alla nostra natura di esseri  “a termine”. Soltanto la coscienza della nostra “finitudine” e soprattutto la sua tranquilla accettazione ci possono dare quel poco di tranquillità (felicità ?) per una vita accettabile.