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Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera (leggi il discorso del premier), l’apertura unilaterale al dialogo con l’opposizione (che è seguita alla telefonata del premier a leder del Pd), sono i segnali più evidenti che qualcosa sta davvero cambiando, nel Parlamento e nel Paese. Aggiungiamoci anche il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di alto profilo istituzionale e politico, come ha riconosciuto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, molti saranno scettici, ma parlare di avvio di Terza Repubblica forse non è azzardato. Basta rileggere le parole del premier, il “sì” di Fassino a nome del Pd: l’asse Berlusconi-Veltroni si rinsalda, su questo punto cruciale, pur nella distinzione dei ruoli. Ma non sono tutte rose e fiori, anche Berlusconi e Veltroni devono fare come Fanfani qualche decennio fa: contare amici e nemici. E parare i colpi. Soprattutto Veltroni. Sconfitta alle urne la sinistra massimalista, resta da sconfiggere il partito “giacobino”, quei giustizialisti che sono ripartiti alla carica (vedi il caso Travaglio-Schifani) e faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote proprio a Veltroni. E’ lui l’anello “debole” che la sinistra giacobina vuole colpire fino a indebolirlo e condizionarlo. Una prova? La sceneggiata di Antonio Di Pietro alla Camera: «Noi non abboccheremo, non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla. Conosciamo bene la sua storia personale e politica». Così ha parlato Tonino, l’ex pm. Ma il bersaglio non è il Cavaliere… No, lui ha una maggioranza solida, consegnatagli dal voto popolare. Il bersaglio è Walter, e di Pietro non è certo il suo solo nemico. C’è un filo che lega il Santoro, Travaglio, Grillo… Tonino punta dritto su quel mondo e pensa alle Europee del 2009. Come ci pensa su un altro versante Massimo D’Alema, tornato gran manovratore dentro e fuori il Pd… Del resto, come racconta Augusto Minzolini sulla “Stampa”, alla cerimonia della consegna della Campanella usata per le riunioni del Consiglio dei ministri, Prodi ha detto a Berlusconi: “Tu sei un avversario, io i veri nemici li ho avuti qua dentro…”. La battuta ora vale anche per Veltroni. A cosa serve un’opposizione parlamentare debole in una Paese normale? Peserà di più l’opposizione nelle piazze? L’apertura di Berlusconi (ma già in campagna elettorale era stato chiaro) aiuta Veltroni, ma anche l’Italia. L’ha capito anche Walter: «Occorre il riconoscimento della vittoria e della responsabilità da parte degli sconfitti ma anche l’equilibrio dei vincitori, perciò vi prendo in parola: siamo pronti da subito. Ma non pensate di avere il paese in mano».