[photopress:pietro.JPG,thumb,alignleft] Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia…) e Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro (leggi l’articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del “dialogo” con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni… E’ bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D’Alema lancia “Red” (prototipo di partito… casomai servisse, o correntone del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia.

Così Veltroni combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti dell’Idv (nel partito c’è anche Pancho Pardi, l’uomo dei girotondi) in nome della nuova stagione dell’anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e Grillo…  io e lui siamo lontani… Meglio tardi che mai.

Intanto, passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l’Italia. Insomma, risale sul bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera all’Unità . «Ora voglio dire a te – spiega Veltroni al direttore Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare». Interlocutori saranno «tutti gli italiani», a cominciare dal «popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato fiducia» fino «a quanti hanno votato per l’attuale maggioranza nella speranza, nell’illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri problemi». Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la «manifestazione che abbiamo annunciato per l’autunno» e rivendica che l’opposizione del Pd sarà condotta «come deve fare un partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione all’autosufficienza: lavorando per unire».

Non c’è male, come svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria… Tanto che Pierferdinando Casini in un’intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla vita per il premier, se l’opposizione è questa l’alternativa a Berlusconi non c’è… Lo dice Casini, ma lo pensano anche D’Alema e Rutelli.  Stando così le cose c’è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni