[photopress:Dario_Fr_1.JPG,thumb,alignleft] Walter Veltroni ieri sera ha ricordato (rivolto ovviamente ai suoi avversari interni)  che il Pd, lo scorso febbraio, nei sondaggi era al 26% e non al 22, come era stato detto da alcune parti quando lascio la segreteria dei Democratici. Piccola precisazione che la dice lunga sul reale stato d’animo che agita il centrosinistra dopo il voto per le Europee. Già, perché Dario Franceschini esulta e dice che “gli italiani hanno capito”. Viene da chiedersi sommessamente che cosa avrebbero capito. In un anno il Pd è passato dal dal 33% al 27% e se sette punti (virgola più, virgola meno) si possono definire un successo è vero che l’immaginazione è andata al potere nella casa del Pd… oltretettutto si dice che l’astensionismo ha penalizzato il Pdl, quindi c’è poco da esultare. E se Giorgio Tonini dice che non c’è stato l’8 settembre del Pd non si può che prenderne atto, nel senso che l’8 settembre c’è già stato con la “fuga” di Veltroni dopo il voto sardo, e non si è assistito a una resurrezione.  Chi ha guadagnato voti ai danni del Pd è stato Antonio Di Pietro che ha subito avvertito, usando la spada di Brenno: “Ora il Pd decida se vuol stare con noi o con l’Udc”. Se le parole hanno un senso, la bufera su Franceschini continua ad addensarsi: la strategia del gossip antiberlusconiano ha fatto flop. Il boomerang c’è stato e c’è chi nel partito è pronto a fare i conti da qui a fine mese, soprattutto con gli ex della sinistra Dc su posizioni “estremiste” rispetto a quelle degli ex Ds.

Dice Gianni Vernetti, deputato Pd ed ex sottosegretario agli Esteri: ” Il Partito Democratico registra una pesante flessione a livello nazionale perdendo circa 4 milioni di voti rispetto alle politiche del 2008 e 2 milioni di voti dalle europee del 2004. Questo risultato dovrebbe evitare inutili analisi indulgenti e condurci a una seria riflessione sulle strategie future e sulla linea politica”.

Oltretutto, se è vero che il Pdl ha ottenuto un risultato inferiore rispetto a quanto avevano previsto tutti i sondaggi, ha comunque tenuto e “l’operazione predellino” del Cav ha funzionato, con la Lega che è volata oltre il 10 per cento. Sia chiaro, anche il Pdl, penalizzato dall’astensionismo al Sud e non solo, dovrà fare una riflessione seria soprattutto, come dice Cicchitto, “sul funzionamento del partito”. Ma resta il dato politico della sconfitta del Pd, l’unico a esultare anche se ha perso milioni di voti. Ecco quello che “gli italiani hanno capito”. Ma Dario non la manda giù bene: “Nelle condizioni italiane neppure Obama avrebbe battuto McCain”. Insomma, insiste. E’ recidivo. “Eravamo come Davide contro Golia, ma Golia non ha vinto…”. Sette punti in meno in un anno che cosa sono? Quello Berlusconi il governo europeo, assieme a quello francese, che esce meglio da un voto difficile per tutti con la crisi economica che morde, ma che importa? In Europa l’eurosocialismo affonda clamorosamente rimediando pesanti sconfitte in paesi come la Francia, la Gran Bretagna di Brown Times ed Ft e la Spagna di Zapatero e di El Paìs, ma che importa? Dario-Davide è sicuro: “Gli italiani hanno capito”. E anche gli europei, aggiungo io…
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