[photopress:walter_veltroni.jpg,thumb,alignleft]Chi è di destra e chi è di sinistra, a sinistra… Sembra una battuta ma in realtà è un siparietto velenoso fra accuse, scomuniche e richiesta di scuse tra Walter Veltroni e Nichi Vendola, una sorta di remake politico della serie “c’eravamo tanto amati… (ma non troppo)”.  Già perché al buon Walter, non è andata giù l’ultima accusa lanciatagli dal pupillo di Fausto Bertinotti,  ora leader del Sel e tessitore del Quarto Polo con Di Pietro, che ha definito le idee dell’ex segretario del Pd – in particolare sull’articolo 18 – come quelle di una “destra in loden“,  con un ruolo di “stampella” del governo Monti che a Nichi proprio non va giù.

Così il Veltroni furioso definisce “inaccettabile, un vecchio e pericoloso vizio dare etichette a chi la pensa in modo diverso. La sinistra è la parola chiave della mia vita e non posso sopportare di essere definito un traditore“.  E’ indignato, Walter… almeno Nichi gli avesse dato dell’ a-comunista o mai-comunista…  Così ha convocato una conferenza stampa per rispondere all’uomo che sfida e spesso batte il Pd alle primarie, con grande imbarazzo di molti democrat e del segretario Bersani. “Era dal 2009 – dice Veltroni – che non facevo una conferenza stampa, non ho titoli ma voglio rispondere perché non riguarda solo me. Gradirei Vendola si scusasse“.

“Io non mi permetterò mai di dire che era di destra chi, uno ad uno, votò nel ’98 per far cadere Prodi. Combattei la scelta ma non ho mai dato patenti di traditori.  Per una certa sinistra – sostiene Veltroni – è traditore chi ha idee diverse magari anticipatrici, successe a Berlinguer, a Lama, a Trentin. È legittimo avere idee diverse anche critiche ma non si può dare patenti. Spero sia stato un incidente e che Nichi abbia la bontà di dire che gli sia sfuggita. Non posso pensare che sia una linea politica altrimenti bisognerebbe discutere seriamente”…

“Sull’articolo 18 ho detto quanto hanno detto tutti gli esponenti del Pd, a partire da Bersani. Per questo se Vendola pensa veramente che io sia di destra, c’è un problema perché quel che dico io corrisponde alla linea del Pd“, è l’altro affondo. Così è definitivamente strappata, almeno per Veltroni e – aggiungo – per il partito dei Monti-boys nel Pd, quella foto di Vasto che voleva celebrare il Nuovo Ulivo della triade Bersani – Vendola – Di Pietro. Con la sottintesa richiesta che il Pd “difenda” Veltroni medesimo da Nichi, direi, visto l’accusa non è di quelle da lasciar cadere per chi geneticamente è cresciuto alla scuola del vecchio Pci e insomma, non è che si sia vista molto, questa “difesa”. Tanto che D’Alema mostra di aver capito al volo il messaggio indiretto e dice, compassato e pure senza grandi afflati: “Certamente Veltroni non è di destra”…

Fra scontri sulle primarie di coalizione  e primarie per la leadership, fra sogni e realtà, si consuma l’ennesimo scontro a sinistra. Altro che alleanze date per certe, tanto più che Veltroni aggiunge: “Il governo Monti sta corrispondendo a sfide come neanche i governi di centrosinistra sono riusciti a fare“. E questo non è certo un giudizio caro al Vendola-pensiero. Ecco come risponde Fabio Mussi, presidente della direzione di Sel, a Veltroni: “Sì, caro Walter, brutta cosa appiccicare etichette. Come quelle che nel 2008 portarono all’esclusione della sinistra ‘per definizione’ solo e sempre ‘radicale’, e a una drammatica sconfitta elettorale del centrosinistra. O come quella che ogni giorno mette d’autorità fuori dal campo ‘riformismo’ chiunque non canti nel coro della sterminata maggioranza economica, politica e mediatica che sostiene il governo in carica… Chi, come te rivendica una vita a sinistra, dovrebbe pensare piuttosto al posto della sinistra nel futuro dell’Italia. A meno che, naturalmente non si sia voluto parlare a nuora”. Che anche Fabio Mussi si riferisca all’eterno  scontro tutto interno al Pd?

E Vendola? Rincara la dose: “Mi sento a mio agio quando parlano i laburisti inglesi e i socialisti francesi. Non mi sento a mio agio quando parla Veltroni che dice cose che Prodi ha definito agghiaccianti. Non mi interessa parlare di Veltroni ma di cosa vuole fare il centrosinistra. Metta al centro il riscatto del mondo del lavoro. Se pensa di genuflettersi al verbo di Marchionne, voglio essere informato. In questo caso non mi interessa questo centrosinistra”.  Ma il riferimento a Prodi non piace al Professore che tramite ufficio stampa prende le distanze: “Non è corretto che Nichi Vendola usi strumentalmente parole del presidente Prodi per attaccare Walter Veltroni. Non solo perché non è giusto tirare in ballo il presidente in una polemica politica che lo vede estraneo ma soprattutto perché, come è noto, l’espressione ‘agghiacciante” era frutto di un equivoco già ampiamente chiarito con lo stesso Veltroni nei giorni scorsi”. Così Nichi fa una imbarazzata retromarcia (ma non su Veltroni in loden, altro che scuse, il problema diventa politico: “Non ho definito agghiacciante né Romano Prodi, né Veltroni. La stagione del gelo ci ha già funestato abbastanza. Stiamo al merito dei problemi. Le baruffe non mi interessano”. Eppure in un video sembra proprio che quella parola l’abbia pronunciata…

Tutti contro tutti. Il manicomio Pd di Salvatore Tramontano

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