[photopress:grillo_e_Pizzarotti.jpg,thumb,alignleft]E così Beppe Grillo a Parma ha fatto suonare la sua campana: Federico Pizzarotti, il candidato del Movimento 5 Stelle ha stracciato il candidato del Pd Vincenzo Bernazzoli e rottamato “l’usato sicuro” offerto dal partito di Bersani.  Era nell’aria, si dirà e si ripeterà soprattutto a sinistra come ha detto l’ineffabile Rosi Bindi, “io rispetto sempre gli elettori per cui auguro al sindaco di Parma di fare benissimo, ma se il centrodestra va a votare per Grillo qui c’è la confusione massima, nessuno mi dica che questo è il cambiamento”… Come se questa fosse la motivazione profonda che ha visto il clamoroso successo proprio ai danni del Pd che sperava di raccogliere i cocci rotti dalla precedente amministrazione Pdl travolta da scandali, polemiche, deficit. Si aspettano altri pompieri in azione – credo a vuoto – nel tentativo di archiviare questo risultato pensando che magari “alle politiche le cose cambieranno” e l’usato sicuro la trionferà…

Lo scontento verso i partiti tradizionali e la casta è emerso come l’onda del un fiume carsico degli umori degli italiani. Segnale fortissimo di una richiesta di cambiamento che è trasversale e richiederà ben altre analisi e soluzioni rispetto al rifugiarsi dietro all’esorcizzazione dell’antipolitica. E il fatto che Grillo abbia trionfato nella rossa Emilia Romagna e proprio sul Pd, la dice lunga sulla frattura che si è creata fra cittadini e politica tradizionale anche laddove esiste un dominus politico dalla lunga e radicata tradizione politico – amministrativa.

Aggiungo poi che la vittoria di Leoluca Orlando a Palermo, sindaco “di ritorno” ora dipietrista, candidatosi all’ultimo minuto dopo la sconfitta di Rita Borsellino e vittorioso su Fabrizio Ferrandelli (Pd) segnala le crepe profonde che spaccano il Pd, che a Genova vince ma al traino candidato del Sel, Marco Doria trionfatore alle primarie sulle due concorrenti piddine. E a genova quasi metà elettori se ne stati a casa…

Certo, il centrosinistra alla fine ha conquistato 92 comuni su 177. E l’asse del Nord si è frantumato, con Pdl e Lega andati al voto divisi che precipitano puniti anche dal forte astensionismo, cresciuto ancora rispetto la primo turno fin quasi al 50%: penalizzato l’uno dall’appoggio al governo Monti non gradito da gran parte del proprio elettorato che l’ha fatto capire in modo inequivocabile, l’altro colpito dallo scandalo Belsito, dalla gestione del cerchio magico bossiano e ancora alle prese con la famosa scopa di Maroni che ha perso 7 ballottaggio su 7. Ma il numero di comuni conquistati dal centrosinistra è la misura di una vittoria? E’ sufficiente a spiegare il fenomeno e lo smottamento che può causare nella politica italiana? Per Bersani sembra di sì e proclama “noi siamo il cambiamento…”, ma alle politiche sarà così o il centrosinistra rischia di preparare un’altra gioiosa macchina da guerra modello Occhetto? E cosa c’è alle viste oltre alla foto di Vasto, che ora Vendola vorrebbe allargare ai grillini sia pure senza Grillo? E Casini avrà capito che la bipolarizzazione sarà sempre più forte e i centristi non avranno possibilità di successo (niente appeal sui moderati quando servirà il “voto utile”)  se correranno in solitario, col rischio magari di ritrovarsi anche loro nella cornicetta “allargata” di Vasto?

Vero è che successo grillino (oltre a Parma sono stati eletti sindaci 5 Stelle a Mira, Sarego e Comacchio), astensionismo, voto di protesta – al netto delle vicende locali – marcano il distacco crescente fra sistema dei partiti ed elettori, segnali evidenti che la corda rischia di rompersi, soprattutto dalla parte dell’ elettorato moderato che non si sente rappresentato e non si riconosce nel brand ABC in tempi di crisi economica che attanaglia imprese e famiglie,  di governo tecnico tutto tasse e niente tagli che non è in grado di indicare una rotta certa di uscita dal tunnel in cui sè infilato il Paese.
Grillo ha suonato la sua campana e su twitter proclama: “Dopo Stalingrado ora ci aspetta Berlino!”. Mentre l’astensionismo si ammanta di un silenzio minaccioso…  Chi riuscirà a offrire una proposta politica credibile capace di recuperare i consensi in libertà e i voti moderati messi , per usare una definizione d’antan, in “frigorifero”? Già, perché Grillo è in marcia… ma su Roma mentre volano stracci fra il comico e Bersani, a proposito di “vittoria”. Chi finirà smacchiato fra i due?

Le capriole del giullare che volle farsi re di Francesco Maria Del Vigo

“GRILLO – Adesso provate a votare un altro”, l’eBook di Francesco Maria Del Vigo

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