Patrimoniale sì… patrimoniale no… contrordine compagni e amici (riferito ai centristi montiani), ormai svolte e giravolte sono all’ordine del giorno delle “furbizie” elettorali di chi sul terreno delle tasse è costretto a giocare in difesa mentre Berlusconi gioca all’attacco rimonta nei sondaggi. Ricordate le parole di Mario Monti? Era il 12 novembre 2012 e premier, intervenendo a un convegno del Financial Times evocò la fatale tassa dicendo che si poteva pensare a una patrimoniale “generalizzata” e che, se del caso, non sarebbe stata “introdotta nottempo”. Poi lo stesso Monti, ormai salito in politica, il 15 gennaio a Porta a Porta: “Assolutamente non penso a un’imposta patrimoniale…”. Ora anche Pierluigi Bersani, candidato premier del Pd, annuncia solennemente a Radio 24: “Non voglio fare Robespierre o Saint-Just: niente patrimoniale ma solo la tracciabilità fiscale per una Maastricht della fedeltà fiscale”. Insomma, niente intervento sui patrimoni finanziari.

Bene, verrebbe voglia di dire, invece no e losi capisce dalle parole di Bersani: “Noi una patrimoniale ce l’abbiamo già ed è l’Imu,  vogliamo lavorare su di essa inserendo una progressività che favorisca chi è più in difficoltà”. Il leader dei democratici a Ballarò aveva spiegato il 15 gennaio, che “a fronte di una detrazione dobbiamo caricare con un’imposta personale sui detentori dei grandi patrimoni immobiliari… dico che che a valore catastale con 1,3-1,5 milioni si è in presenza di un grande patrimonio”.

Che dire? Bersani cerca di smacchiare dal Pd l’etichetta di partito delle tasse, del tassa e spendi ma il cambio di rotta appare solo come una una questione nominalistica perché cambiando i fattori il risultato è lo stesso… Basta usare bene lo strumento impositivo dell’Imu per garantire altre spremiture sostanziose, utilizzando ancora una volta la casa come “leva” o bancomat fiscale ancora più appetibile dopo la rivalutazioni dei valori catastali. Insomma il Pd nega ma intanto ha già pronta la sua patrimoniale.

E’ proprio vero che il mattone è una sicurezza e non tradisce mai, soprattutto non tradisce i governi delle tasse. E anche se il Monti politico dice che l’Imu così com’è non va bene aggiungendo che no, lui non avrebbe nemmeno fatto il redditometro il redditometro che fa entrare il fisco nella vita delle persone  (ma nella versione attuale è stato “strutturato” dal suo governo), appare evidente un fatto incontestabile: Monti e Bersani continueranno a mettere le mani nelle tasche degli italiani. Basta introdurre l’Imu bis rivista e corretta (nel 2013 c’è anche la Tares…) e il gioco è fatto: un po’ di riduzione da una parte, aumenti quanto serve dall’altra (quanto? perché il quid è nella domanda).

La sostanza, al di là del politichese di rito elettoralistico, è questa: si continua a parlare di tasse, balzelli e provvedimenti “Deprimi Italia”. Con esiti allarmanti causati dal combinato disposto Imu – rivalutazione dei valori catastali, come dimostrano gli ultimi dati Istat sulla casa: crollano nei primi sei mesi del 2012 i permessi di costruzione relativi all’edilizia residenziale con una significativa contrazione rispetto allo stesso periodo del 2011 (-21,8% per le nuove abitazioni e -20,6% per la superficie utile abitabile). I permessi di costruire relativi all’edilizia non residenziale registrano una diminuzione relativamente più contenuta (-10,0%). Del resto, visto che in materia di tagli delle spese centristi e sinistra sono silenti sul merito di eventuali provvedimenti, resta aperto giocoforza il fronte delle tasse: con gli immobili assoluti protagonisti.

Così Monti e Bersani si parlano già adesso e non dopo il voto facendo tra l’altro finta di non sapere, ad esempio, che in tema di patrimoniale il socio forte di Bersani, Nichi Vendola, la pensa in un altro modo: Nichi vuol tassare pure le transazioni e gli attivi finanziari, oltre ai grandi patrimoni e dice che Monti guida il tentativo di “rifondazione della destra” mentre  Gennaro Migliore, coordinatore di Sel si è richiama in materia fiscale a quel che è scritto nella Carta d’intenti che sancisce l’alleanza tra Pd e Sinistra e libertà… Ed anche Susanna Camusso, la leader della Cgil, si mette di traverso rispetto all’operazioni un po’ goffa di Bersani: “Noi pensiamo che l’Imu rappresenta la tassa di proprietà sulle case, che sia una quota della tassazione dei patrimoni, ma non sufficiente a ricostruire un punto di equilibrio sulla progressività fiscale e sulla giustizia fiscale”. Vedremo quanto riusciranno a tirare la corda e se anche “polvere sotto il tappeto” dei conti pubblici denunciata da Bersani salterà fuori e se Monti farà l’autocritica che pretende Vendola per poter governare da alleati: in fondo il trio Monti, Bersani, Vendola di patrimoniale ne ha parlato, eccome…

Con l’aria che tira, il duetto amici – nemici fra Monti e Bersani rischia in modo maldestro di trasformarsi in un boomerang perché mai come in questa campagna elettorale gli elettori chiedono chiarezza prima del voto: soprattutto in fatto di tasse. Ma i vecchi vizi della politica non muoiono mai…

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