Un anno difficile tra molte ombre e poche luci: dai casi Marra/Romeo al no alle Olimpiadi. Adesso la attendono le nomine nelle partecipate, una partita in cui non può permettersi di sbagliare.

 


“Stiamo lavorando, dateci tempo”. Virginia Raggi lo ha affermato nel giorno in cui teoricamente avrebbe dovuto rivendicare i risultati del primo anno di governo della Capitale. Con un probabile processo per falso e abuso di ufficio in vista, una giunta che ha perso pezzi importanti, tanti annunci in ordine sparso – dai rifiuti alla mobilità passando per i campi rom -, dimissioni sfiorate, una città praticamente immobile, la sindaca si dice “orgogliosa di presentare il lavoro di questo primo anno di consiliatura” e chiede ai cittadini di avere ulteriore “pazienza”.
L’impressione è che senza i suoi fedelissimi Marra e Romeo, rivelatisi in realtà “cattivi”consiglieri”, Virginia Raggi non abbia ancora perfettamente idea di dove si trovi. All’accusa di immobilismo e di mancanza di decisione nel contrasto al degrado che colpisce la Capitale, Virginia Raggi risponde con la consueta sequela di frasi fatte, utili solo a prendere ulteriore tempo.
Evidentemente anche i nuovi “consiglieri” che si è scelta, il vicesindaco e assessore Bergamo in primis, non hanno saputo fare fronte alle emergenze ma anche alle scelte che necessitano di un input preciso e coerente da parte dell’amministrazione capitolina. Fra le decisioni impellenti, il rinnovo del Cda di quattro importanti partecipate di Roma Capitale: Zètema, Roma servizi per la mobilità, Risorse per Roma e Aequa Roma. Da aprile circa 2000 dipendenti di queste aziende attendono direttive, sono come sospesi in un limbo senza guida e senza poter intraprendere iniziative in quelli che sono settori strategici per la Capitale. Basti pensare che solo Zètema ha 861 dipendenti e un vero e proprio “impero” di servizi culturali, fra cui la gestione di ventidue musei, eventi, mostre ed è da vent’anni saldamente in mano all’attuale Ad Albino Ruberti (quota Pd, ça va sans dire). Zètema è un osso duro perché è al centro di interessi che vanno ben oltre le mura aureliane e se Virginia Raggi potrebbe non averne una conoscenza approfondita, al contrario il suo vicesindaco e assessore alla Cultura Luca Bergamo questa situazione la conosce bene, molto bene, sin dai tempi delle giunte Rutelli (con cui ha collaborato) e Veltroni (Bergamo nel 2006 si candidò al Consiglio comunale di Roma come indipendente nella lista L’Ulivo senza essere eletto e anche nel 2013 ci provò, ancora senza successo, con una lista civica).

Luca Bergamo Virginia Raggi

Luca Bergamo Virginia Raggi

Il Gabinetto della Raggi ha predisposto un avviso pubblico il 7 aprile (scaduto il 21 delle stesso mese) per la “presentazione di candidature in qualità di componenti degli organi amministrativi e di controllo e di enti e società partecipate di roma capitale” . Una prima scrematura dei curricula pervenuti è stata effettuata dal nuovo vicecapo di Gabinetto Gabriella Acerbi, già dirigente del Comune di Roma la quale peraltro dovrà rispondere a novembre di un’imputazione davanti dalla Corte dei conti per la gestione
delle mense sociali, per un danno erariale da 143 mila euro.

Vicende giudiziarie a parte, questa scrematura non sembra aver dato effetti sperati visto che la Raggi non ha ancora deciso. Il bando riguarda l’intera holding capitolina, per Zètema in pole position dovrebbero esserci Pietro Barrera, city manager Rutelli e attualmente segretario generale della Fondazione Museo Maxxi ed Enrico Castrucci patron della Maratona per Roma, entrambi di “area Pd”.

E’ evidente che su queste nomine si gioca una partita di equilibrio, con i consiglieri capitolini del MoVimento che vorrebbero un chiaro segnale di discontinuità col passato. Raggi deve inoltre nominare ancora due assessori Lavori pubblici e Casa; chissà che a breve non diventino tre.

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