Ancora non è considerata una mecca del business come Hong Kong o Singapore, ma l’Ucraina, piano piano, sta scalando le classifiche che misurano la facilità di fare affari nei vari Paesi del mondo. Nel Ranking Doing Business 2017, elaborato dalla Banca mondiale, l’ex Repubblica sovietica è classificata 76ma tra 190 economie per facilità di fare affari. Il rating è ulteriormente migliorato rispetto al 2016, quando occupava l’ 80ma posizione.

Oltre una posizione geografica strategica, visto che rappresenta un ponte con il Kazakistan, la Russia e le altre Repubbliche dell’Asia Centrale, la capacità attrattiva del Paese dell’Est è alta per il costo della manodopera e dell’energia, molto più bassi rispetto a tantissimi altri paesi europei,  e per una pressione fiscale estremamente vantaggiosa. Sono molti gli imprenditori europei e canadesi che stanno investendo, trasferendo le proprie attività o aprendovi delle filiali. Attualmente, oltre 300 imprese italiane detengono diverse filiali produttive in loco: dalle piccole e medie aziende ai grandi operatori economici, tra cui Eni, Camozzi, Emil Ceramica, Intesa, Buzzi Unicem, Inblu, Celme. I maggiori investimenti italiani sono nel campo finanziario, nel settore della trasformazione alimentare, in quello delle ceramiche, tessile, del legno e delle calzature.
L’Ucraina è un ottimo partner commerciale per altri diversi motivi: la legislazione sugli investimenti è stata recentemente riformata ed ampliata, proprio per incentivare ed attrarre il maggior numero di  partner internazionali e attraverso l’integrazione europea con l’Accordo di Associazione con l’UE entrato in vigore dall’1 settembre 2017, è stata disposta l’area di libero scambio che prevede l’abolizione dei dazi all’importazione per le merci provenienti dall’Unione. E questo significa incrementare non solo il business e l’economia locale e straniera ma anche stringere preziosi legami politici perseguendo i valori comunitari.
«Siamo di fronte ad un nuovo periodo storico per l’Ucraina che vede il Paese  protagonista di importanti trasformazioni, attraverso norme e riforme che hanno favorito la crescita delle produzioni agrarie, industriali e delle nuove costruzioni nonché un miglioramento del reddito pro-capite e degli investimenti», ha dichiarato Yevhen Perelygin, Ambasciatore d’Ucraina in Italia. «L’Ucraina è in crescita in molti settori, nonostante il conflitto silenzioso che da anni affligge il Paese a causa dell’aggressione russa, ampiamente condannata dall’intera comunità internazionale. Tuttavia, il nostro popolo è stato capace di superare gli ostacoli e di ricostruire il Paese, grazie all’aiuto e alla solidarietà dei partner internazionali, in particolar modo dell’Italia».

Yevhen Perelygin, Ambasciatore ucrraino in Italia

Yevhen Perelygin, Ambasciatore ucrraino in Italia

Infatti il Pil dell’Ucraina è cresciuto del 2,3% nel 2016, una tendenza che resterà stabile per tutto il 2017, con un ulteriore crescita del 2% e questo dato è positivo sopratutto per il nostro Paese: quello fra Italia e Ucraina è un mercato da 5 miliardi di dollari. I prodotti “Made in Italy” sono tra i più richiesti, sia per il  prestigio che per la loro qualità. Oltre il 30% delle esportazioni italiane è costituito da attrezzature e apparecchiature altamente tecnologiche.
«L’Ucraina è un Paese in ascesa e continuerà ad essere interessata ad importare esperienza e conoscenze tecniche per intensificare i rapporti con l’Italia negli investimenti, nella cultura e nell’arte ma anche nella scienza e nell’istruzione», conclude l’Ambasciatore.

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