Il prossimo Warren Buffett sarà un software di trading automatico ? La domanda se l’è posta polemicamente il Financial Times in un editoriale di qualche settimana fa ma non siamo lontani dal vero. Ormai al Nasdaq il 70% degli scambi viene fatto da trading robot, ovvero dei software di trading automatico che autonomamente comprano e vendono azioni senza nessun intervento umano. La logica del trading robot è programmata in una formula matematica che è stata testata nel passato e ha superato ogni sorta di test statistico. Chi usa trading robot viene detto fare trading quantitativo o applicare l’intelligenza finanziaria al trading di borsa. Fin qui niente di nuovo visto che anche in  Italia tra i piccoli investitori si è diffuso sempre più negli ultimi anni l’utilizzo di “trading systems“, ovvero di formule matematiche o indicatori come medie mobili, oscillatori, pivot e quant’altro che permettono di comprare e vendere azioni o derivati in base a modelli statistici testati nel passato. Queste formule sono spesso comprese nei più noti pacchetti di analisi tecnica e sulle piattaforme di trading delle banche.

Altro che insider trading e intuito … il trading robot sa cosa fare

Quindi chi pensa che in Borsa ci sia qualcuno che alla mattina si alza, legge il giornale e decide cosa fare in base a presunte informazioni riservate si sbaglia di grosso: l’intuito c’è e conta molto, così come conta l’analisi fondamentale e anche l’insider trading, ma oggi come oggi conta soprattutto la capacità di ricevere un flusso di dati di Borsa (prezzi come il massimo o minimo di giornata, i volumi, il denaro e la lettera, etc.), di elaborarlo immediatamente e di produrre in base alle analisi effettuate degli ordini di acquisto e di vendita. Anche se non esiste una definizione precisa di algoritmo di trading o trading robot che dir si voglia si definisce l’HFT (High frequency trading) come un modello che compra e vende sotto i 100 millesimi di secondo, ovvero in un batter d’occhio il modello o trading robot che dir si voglia ha comprato e venduto realizzando un profitto o una perdita. Quando le operazioni avvengono sul filo dei minuti si preferisce invece parlare di trading system. Soprattutto sul forex i trading robot, ribattezzati forex robot, vendono utilizzati per gli arbitraggi tra i cross valutari e sul mercato dei bond tra diverse emissioni o stessi bond su diversi mercati.

E per i piccoli risparmiatori arriva il robot advisor invece del bancario allo sportello …

Negli USA si stanno diffondendo sempre di più i robot advisor, ovvero degli algoritmi che in base alle mutate aspettative dei mercati finanziari consigliano all’investitore cosa comprare e cosa vendere. Basta file nelle banche per chiedere allo sportellista quale azione comprare, fine di promotori finanziari e di fondi di investimento, non serve più leggere il report di borsa: ora un software decide ogni settimana cosa consigliare all’investitore in base al profilo di rischio e di rendimento che lo stesso investitore si è dato. Il robot advisor di solito serve per quei clienti che hanno risparmi fino a 50.000 o 100.000 dollari e che per l’industria finanziaria sarebbe più un costo gestire che un profitto.

I trading robot sbarcano in Italia con Algoritmica.PRO

Ma qual’è il futuro in Italia del trading quantitativo ? Finora chi voleva fare trading quantitativo e fare girare trading systems aveva bisogno di una costosa piattaforma come Multicharts o Tradestation o Metatrader, di un server su cui farla girare, degli algoritmi stessi (che possono essere acquistati, affittati o sviluppati internamente) e del flusso dati. Insomma, un totale di costi pari a diverse migliaia di euro. Ora invece per iniziativa di Algoritmica.PRO srl esiste un trading robot che gira sui conti di trading di Banca Sella e di We Bank (Banca Popolare Milano) e che fino a 5000 euro di controvalore è gratuito. “Abbiamo sviluppato un trading robot per venire incontro alle esigenze dei piccoli investitori e dei piccoli trader – spiega Andrea Angiolini, amministratore unico di Algoritmica.PRO srl – e cercando di anticipare un movimento di mercato che prima o poi arriverà a contagiare anche l’Italia. Nella nostra attività di consulenza finanziaria finalizzata all’informatica abbiamo infatti constatato che ci sono troppe barriere per chi vuole fare vero trading quantitativo mentre il nostro applicativo, che ricordo essere FREE per chiunque, permette di operare direttamente con un semplice clic: si scarica l’eseguibile, lo si installa, si inseriscono le credenziali del conto della banca et voilà … il robottino inizia a comprare e vendere. Il trading robot funziona da circa 3 anni e ha realizzato performance che non voglio menzionare ma che sono a tripla cifra. Gli utenti sono più di 2000 ed è possibile iscriversi gratuitamente su http://www.algoritmica.pro/trading-robot/

Market making, book scalping e spinning … sono tutti figli dei trading robot

In Germania e soprattutto nel Regno Unito si fa oggi un gran parlare dei trading robot e soprattutto ci sono già società che fanno intermediazione su ETF e Fondi di investimento che li distribuiscono alla loro clientela retail. Ma il vero regno dei trading robot sono gli istituzionali che riescono a realizzare ogni giorno cifre incredibili sia con il market making sia con altre tecniche di scalping (letteralmente scotennamento dei prezzi) che operano sul book note come front running, spinning, etc.

L’esasperazione di queste transazioni sul filo del secondo ha portato a noti crash di borsa come il flash crash della Borsa americana il 6 maggio del 2010 quando Wall Street perse il 9% in pochi minuti dalle 14.42 alle 15.07 ma arrivò a chiudere a -3% quella stessa sera. Tutta colpa dei trading robot che avevano eseguito ordini stop (vendi al raggiungimento di un prezzo) si disse e in realtà molti sono convinti che l’attuale elevata volatilità dei listini sia solo la conseguenza dell’impatto degli algo sui prezzi.

A leggere ovviamente di come si comportano i trading robot e i forex robot viene da dire che davvero in futuro il prossimo Warren Buffett non sarà un uomo ma un computer.

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