Trading systems: cosa, come, quando, quanto e perché?

Questa crisi sui mercati finanziari riconducibile alla Brexit è una delle tante situazioni in cui il risparmiatore, non sapendo decidere, si chiese se esistano dei modi per decidere di non decidere o meglio se ci sono dei modelli, delle formule matematiche, degli algoritmi che possano aiutare a decidere una et sempre.

I trading systems sono la risposta a molte domande cruciali per qualsiasi trader. Quando ci si trova di fronte ai mercati, pronti a investire il proprio denaro, ci si trova infatti costretti a prendere una certa quantità di decisioni in condizioni di incertezza, e questo genera un notevole stress mentale.

Trading systems: cosa

La prima decisione da prendere attiene a cosa comprare (o vendere). In questo contesto si innestano l’analisi tecnica e l’analisi fondamentale, discipline rivolte, con strumenti diversi e logiche in un certo senso contrapposte, alla determinazione di che cosa possa essere negoziato, in acquisto, ma anche, a volte, in vendita allo scoperto, perché si è aperta una finestra – a volte piccola, a volte grande – di profitto con probabilità favorevole. E subito emerge un problema cruciale del trading: è tutta una questione di probabilità. Anche i migliori trading systems sbagliano una buona quota di operazioni, perché la probabilità di successo che essi offrono al trader è tendenzialmente favorevole, ma mai in grado di apportare totale sicurezza. Una strategia porta avanti in modo manuale, discrezionale, non scientifico, raramente porta con sé indicazioni chiare in merito alla sua capacità di produrre profitti la maggior parte delle volte. Informazioni di questo genere posso emergere soltanto da un approccio diverso, quello sistematico, appunto.

Trading systems: come

Un altro dubbio che può assalire il trader di fronte ad un segnale operativo è come coglierlo. Una volta se si riteneva opportuno acquistare azioni di un titolo si compravano le azioni di quel titolo, pagando contestualmente il loro intero controvalore monetario. Oggi il mondo è diverso e su molti titoli si possono negoziare azioni a leva, il che significa non dover sborsare il loro intero controvalore monetario all’acquisto, e sulle stesse azioni si possono trovare CFD, futures, opzioni, certificates. Tanti modi diversi di fare la stessa cosa, con capitali minuscoli o grandi, con vantaggi e svantaggi specifici, che è bene conoscere a fondo. I trading systems possono essere testati su tutti questi strumenti, così da individuare tra tutte le scelte operative disponibili quella o quelle in grado di restituire il massimo grado di efficienza alle proprie strategie.

Trading systems: quando

Altro problema dei trader che può essere risolto con i trading systems è quando effettuare una operazione. Si tratta del cosiddetto timing delle operazioni, e, come dicono gli americani, timing is all, il momento giusto è tutto. Non è infrequente per i trader trovarsi ad effettuare operazioni giuste nei momenti sbagliati: indovinare la direzione di uno strumento finanziario in un certo lasso di tempo ma entrare troppo presto, per vedere il prezzo andare contro di loro prima di apportare il meritato profitto. Nulla di grave, in teoria, se non ci fosse il rischio del manifestarsi di due fastidiosi problemi: il primo è il rendersi conto, a posteriori, di aver rinunciato all’opportunità di cogliere un profitto molto superiore a fronte della stessa analisi; il secondo è il trovarsi in crisi di liquidità poco prima che il prezzo si decida finalmente a muoversi dalla parte giusta. In questo secondo caso si entra in un problema tipico dell’operatività in derivati: è la famigerata margin call, una situazione che si manifesta su derivati regolamentati quando i meccanismi che regolano la copertura dei rischi ci impongono di saldare giornalmente le nostre perdite (se ne abbiamo), a volte prosciugando le riserve liquide e costringendo a chiudere posizioni, magari poco prima che i prezzi partano finalmente in direzione favorevole. I trading systems hanno tra i loro tanti obiettivi anche quello di individuare il miglior timing delle operazioni, riducendo il più possibile il rischio di errori.

Trading systems: quanto

Un’altra risposta che solo i trading systems possono fornire è quanto sia il giusto ammontare di denaro da allocare ad ogni singola operazione, a ciascuno strumento negoziato e ad ogni singola strategia impiegata. Questo è il money management, annoso problema che tocca tutti i trader, ma che pochi trader affrontano in modo serio e scientifico. Per avere una idea concreta di cosa possa fare, rendere ma anche rischiare un trading systems potete andare qui a vedere una lista di trading systems reali http://www.algoritmica.pro/trading-systems/ . Il discorso è molto complesso e tecnico e fondamentalmente attiene alla necessità di ottimizzare l’utilizzo del proprio denaro. La liquidità che mettiamo sui nostri conti di trading, infatti, deve produrre il massimo profitto possibile per unità di rischio. Un concetto completamente ignorato dalla maggior parte dei trader, spesso mal affrontato anche all’interno dei trading systems, che invece, proprio per la loro natura di strumenti automatici di analisi e ottimizzazione di strategie, dovrebbero essere impiegati anche per dare risposta a questa fondamentale domanda: quanti soldi mi servono? Gli ingredienti di questa complicatissima ricetta sono tanti: l’equity line, per cominciare, primo indicatore della redditività ponderata sul rischio di una strategia. Primo strumento in grado di dire al trader se i suoi trading systems siano utilizzabili o meno, se siano gestibili dal punto di vista psicologico e se permettano di ottimizzare la gestione del proprio capitale. Ma le equity line dipendono dalle politiche di stop loss e take profit tanto quanto dai criteri di setup operativo, perciò costringono il trader a testare i propri trading systems provando diverse combinazioni di tutti i parametri. E che dire dello stop loss, che può assumere mille forme ed essere basato su diversi criteri logici. Miniera di criticità ma anche di opportunità allo stesso tempo. E il trader che vuole fare le cose per bene ci mette ben poco a capire che senza la codifica delle strategie e l’aiuto di un computer si va poco lontano. Perché il lavoro da fare è titanico.

Trading systems: perché

E veniamo così all’ultima, potentissima, domanda: perché? Questa è la domanda, quella con tutte le lettere maiuscole, quella che i detrattori dei trading systems urlano sempre in faccia ai trader sistematici: perché darsi tanto da fare per arrivare spesso alla conclusione che le strategie che sembrano valide non lo sono, e quindi ci si mette a usare il computer per cercare di farle funzionare a tutti i costi, violando la prima regola dei trading systems: il computer non deve servire a formularli, bensì solo a testarli.

Ebbene sì, se pensate di poter imparare a programmare computer per poi usarli per andare spasmodicamente a caccia di strategie di trading che funzionino vi siete persi una informazione fondamentale: il computer non è il primo anello della catena dei trading systems, bensì l’ultimo. Il computer deve prendere a mano una strategia che sembra funzionare sulla carta, che all’occhio umano promette bene, e darne una quantificazione scientifica, rigorosa, obiettiva. Il problema principale dei trading systems è che non si può sapere se e quanto possono essere validi finché non li si testa su dati storici e se ne verifica la capacità di produrre sitematicamente profitti. A questo serve il computer: di nuovo, non per formulare le strategie, ma per metterle alla prova in simulazione prima di buttare nel piatto denaro reale.

La risposta alla domanda più importante, dunque, il perché, è che i trading systems che si sono dimostrati in grado di domare i mercati finanziari attraverso un processo di analisi e verifica scientifico e rigoroso permettono al trader di operare con la piena consapevolezza di quanto i risultati potranno essere veramente buoni o meno. E questo è un risultato che giustifica tutto il lavoro richiesto per arrivarci.

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