In una luminosa serata agostana rifletto sulla tetra primavera appena trascorsa. Giorni, settimane, mesi snocciolati nel silenzio e nella noia. Rivedo i camion militari carichi di bare che sgusciano tra le tenebre nelle strade di Bergamo. Decine, centinaia di morti portati via di nascosto. Come ladri nella notte. Senza un fiore, una preghiera, una campana. Le tante, troppe vittime del virus assassino umiliate da una politica inetta, da una burocrazia arida, da una comunicazione crudele. Immagini che riaffiorano e pensieri che mi avvolgono leggendo e rileggendo queste dolorose quanto efficaci righe: «neppure un saluto ai morti. Le tombe sono gelide […]