mauritius

Un prezioso smeraldo nel cuore dell’Oceano Indiano. Un’isola vulcanica a Nord del Tropico del Capricorno di cui subirono il fascino nel tempo Charles Baudelaire, Mark Twain, Joseph Conrad e Bernardin de Saint-Pierre che ambientò la tragica vicenda di Paul e Virginie proprio qui in questo angolo di paradiso. Che colpisce al primo sguardo per le candide spiagge infinite, la sabbia color borotalco e un’incredibile barriera corallina soprattutto a Merville Aquarium, Colorado (Grand Canyon) e Rembrant l’Herbe che fanno la gioia degli amanti del mondo subacqueo. Da nord a sud da est a ovest la costa di Mauritius offre spot da cartolina di una bellezza ancora selvaggia, nonostante i numerosi turisti.

Le Morne

7 km di spiaggia bianchissima a Le Morne, nel sud, su cui scenograficamente incombe Le Morne Brabant, un colosso blocco monolitico ad alta suggestione che sembra gettato lì da una natura benigna. Nonostante sia avvolto da un tragico capitolo della storia dell’isola. Anche il Nord è unico ed indimenticabile con la chiesetta rossa di Cap Malhereux che sembra quasi appoggiata sulla spiaggia, le casuarine che ombreggiano dolcemente la spiaggia di Trou aux Biches e, più verso ovest, l’iconica Flic en Flac da cui i tramonti sono spettacolari.  E regala pure un pugno di isolotti, Coin de Mire il cui nome deriva dalla sua somiglianza con l’angolo di mira di un cannone, Ile d’Ambre, delimitata da intricate foreste di mangrovie e luogo natio della rara palma Latania loddigessii, Ile Plate con il suo faro e Ile Ronde dove è di casa il fetonte, che assicurano privacy a 360 gradi.

Maison Eureka

Un cuore di smeraldo

Ma nell’isola del Dodo le bellezze naturalistiche incorniciate dalle acque cristalline non trascendono l’anima esotica cosi ben descritta ne La Dame Creole di Maupassant, emblema di quel melting pot di razze che la  caratterizza. Si fondono in armonia indiani, cinesi, africani ed europei, francesi e britannici su tutti. E l’anima coloniale esplode in variopinti colori nella Maison Eureka, sontuosa villa circondata da giardini di bambù ed ebano e da  piantagioni di tè. Di cui è ricchissima l’isola. Tra queste la Bois Cheri Tea Plantation è un luogo fuori dal tempo con vista spettacolare su terrazzamenti color verde intenso dove si degustano raffinati tè anche aromatizzati al dolce profumo di vaniglia che qui cresce a profusione. Come tante altre specie. Da vedere soprattutto ai giardini botanici di Sir Seewoosagur Ramgoolam a Pamplemousses, creati nel 1767 da Pierre Poivre, e che ospitano più di 500 piante esotiche, tra cui la palma Talipot che fiorisce una volta ogni 40/60 anni e giganteschi fiori di loto Victoria Regia.

Lux Belle Mare

L’origine vulcanica dell’isola emerge in tutto il suo appeal a Chamarel dove le terre colorate sono un fenomeno unico e imperdibile. Una tavolozza variopinta di 7 colori, rosso, marrone, viola, verde, blu, azzurro e giallo che si mescolano fra di loro formando mille sfumature. Appagata la vista, non resta che degustare un aromatico rhum che, grazie alle infinite piantagioni di canna da zucchero, qui è un must.  Dai classici bianchi ai single barrel (2008 e 2009) fino agli invecchiati in botti francesi o americane la Rhumerie de Chamarel è il top per i veri intenditori.  E’ il fascino fusion di Mauritius. Impossibile dimenticarla. La mia dritta? Il Lux* Belle Mare (www.luxresorts.com/en/hotel-mauritius/luxbellemare), sulla costa est dell’isola. Scegliete l’ampia villa con piscina privata, cantina fornitissima e butler a disposizione. Non vorrete più uscirne. Nel caso decidiate di farlo, almeno una cena alla cucina stellata del ristorante indiano Amari by Vineet, un caffè miscelato, tostato e macinato in loco al Café Lux* e uno dei 112  rhum in degustazione al Mari Kontan. Info:  www.tourism-mauritius.mu/. Crediti: Elena Barassi, MTPA

di Elena Barassi @elena_barassi 

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