La raganella dagli occhi rossi è uno dei tanti prodigi del Costa Rica. Foto di Carlos Alonso Sanchez

La raganella dagli occhi rossi è uno dei tanti prodigi del Costa Rica. Foto di Carlos Sanchez Alonso

 

Una natura travolgente, dominata dalla foresta con alberi che arrivano a 70 m, foglie giganti come quelle del poormen’s umbrella e gallery forest che avvolgono come tunnel i fiumi, tingendo di verde tutto il Paese. Abitata da animali dalle fogge esotiche come il varipinto Quetzal, il simpatico Bradipo (mascotte nazionale), le rane più colorate (e velenose) del mondo, il mitico giaguaro. Con un che di meraviglioso: in 51.100 kmq sono concentrati 26 parchi nazionali, oltre 160 aree protette, 7 vulcani attivi, due quiescenti e magnifiche spiagge sulla costa caribica e pacifica. Con numeri da primato: le onde più lunghe del mondo nel Pacifico, 1.500 tipi di orchidee, 800 di felci, 850 specie di uccelli, 250 di mammiferi di cui il 45% costituito da pipistrelli, 130 di pesci d’acqua dolce, circa 14.000 specie di piante: in totale circa il 5% della biodiversità mondiale su un territorio che occupa solo lo 0,03% della superficie terrestre. Benvenuti in Costa Rica, il Paese che ha inventato l’ecoturismo, dove oltre il 27% del suolo è tutelato e i privati che preservano il territorio ricevono sovvenzioni dallo Stato.

Il bradipo o "perezoso" è la mascotte del Costa Rica

Il bradipo o “perezoso” è la mascotte del Costa Rica. Foto di Carlos Sanchez Alonso

 

Per vivere in prima persona questa selvaggia ricchezza il Costa Rica propone sport e attività in natura: dal rafting al trekking a piedi o a cavallo, dal canopy o zip line ai ponti sospesi. Adrenalina e stupore, contemplazione e relax, magari in calde acque termali alle falde di un vulcano, sono stati d’animo che accompagnano il viaggio in questa esplosione verde di vita. Dove guide naturalistiche, esperti, ricercatori, accompagnano e spiegano le meraviglie della loro terra.

Rafting lungo le rapide del fiume Sarapiquì. Foto Pozo Azul

Rafting lungo le rapide del fiume Sarapiquì. Foto Pozo Azul

 

Così non potevo perdermi il rafting lungo le rapide del fiume Sarapiquì nell’omonima regione (che nella lingua indios significa proprio “terra del fiume”) a 100 chilometri da San Josè, tra il verde ininterrotto della giungla tropicale dalle dimensioni “giurassiche”. Non serve assolutamente avere esperienza in merito perché si è accompagnati da istruttori esperti. Ecco il mio “battesino” con la forza dirompente di questa natura. Puro divertimento, adrenalina e un punto di vista diverso. In questa regione è facile avvistare tucani, aironi blu, pappagalli, colibrì. Anche solo rilassandosi, magari con un bicchiere di Santia, ottimo succo di anguria locale, sulle terrazze del Selva Verde, elegante lodge con terrazze in prezioso almendro, albero ormai protetto, o sulle verande dalle tende, più spartane ma da provare, del Pozo Azul. Con la speranza di imbattersi anche nell’immobilità serafica di qualche bradipo.

Il Selva Verde è un lodge elegante in legno pregiato a Sarapiquì

Il Selva Verde è un lodge elegante in legno pregiato a Sarapiquì. foto di Elena Pizzetti

 

Il colibrì fotografato da Carlos Sanchez Alonso

La leggerezza del colibrì fotografato da Carlos Sanchez Alonso

 

Dopo altri 100 km di strada tra foresta e immense distese di coltivazioni di ananas (ottimo ovunque sia crudo sia alla piastra) mi trovo al cospetto dell’Arenal: il vulcano più attivo del Paese (ultima eruzione nel 2010), un perfetto cono di 1.670 metri, geologicamente giovane, che cattura le nuvole e alle cui pendici si trovano terme accoglienti e anche molto suggestive, come quelle del The Springs Resort & Spa con decine di vasche comunicanti di diverse temperature, dove ci si può rilassare anche la sera prima di cena. Tra le altre esperienze che non voglio perdere: il fragore della cascata La Fortuna in una gola verdissima, la sorprendente cucina gourmet di Don Rufino e il Rain Forest Chocolate Tour alla scoperta del cioccolato. Dormo soddisfatta con vista vulcano in un lodge del Montana de Fuego.

Durante il Rain Forest Chocolate Tour si impara tutto sulla vita e la storia del cioccolato. Foto Elena Pizzetti

Durante il Rain Forest Chocolate Tour si impara tutto sulla vita e la storia del cioccolato. Foto  di Elena Pizzetti

L'Arenal è il vulcano più attivo del Costa Rica. Foto di Carlos Sanchez Alonso

L’Arenal è il vulcano più attivo del Costa Rica. Foto di Carlos Sanchez Alonso

 

L’indomani eccomi a bordo di un piccolo battello sul lago artificiale dell’Arenal (dove si pesca la buonissima Tilapia) tra tappeti di giacinti d’acqua, aquile pescatrici e scimmie urlatrici. Inizia in auto un percorso sterrato tra pascoli scintillanti fino a Monteverde (dai 1.200 ai 1.600 metri), famoso per la sua grandiosa foresta nebulosa e per l’insediamento quacchero. Nel 1951 per protesta contro la guerra di Corea, una comunità quacchera di circa 30 persone lasciò gli Stati Uniti e si stabilì qui. Diede vita all’attività casearia (stupisce vedere ai tropici così tante mucche al pascolo) e si integrò con la popolazione del colorato villaggio di Sant’Elena. La Monteverde Community Fund  organizza la visita al caseificio e al Monteverde Coffee Center, dove gusto e acquisto ottimo caffè organico (Arabica, in Costa Rica è vietato coltivare la Robusta). Scopro il grande impegno locale per salvaguardare un’economia sostenibile nel pieno rispetto della natura e che la parte di strada verso la Panamericana sarà asfaltata tra pochi mesi. La questione dell’asfalto è molto dibattuta perché si teme una piccola invasione di turisti mordi e fuggi. Quindi se si vuole gustare la particolare atmosfera di Sant’Elena, vivacemente molto garbata (frequentata anche da studenti americani che qui fanno stage ospiti dalle famiglie del luogo) occorre affrettarsi. Assolutamente in linea con il mood locale il Monteverde Country Lodge, legno e tipicità, mentre una scelta più luxury è il panoramico El Establo, nato proprio dalla volontà di una famiglia quacchera.

Il Canopy o Zip-Line è un'esperienza irrinunciabile in Costa Rica. Foto Sky Adventures

Il Canopy o Zip-Line è un’esperienza irrinunciabile in Costa Rica. Foto Sky Adventures

 

Sono pronta per andare alla ricerca del leggendario Quetzal nella foresta nebulosa di Monteverde: un immenso polmone verde con alberi alti 70 metri avvolti da una soffice cortina di nubi a bassa quota a livello della chioma arborea. A bordo dello sky tram (una specie di ovovia) salgo in quota per lanciarmi appesa a una fune (imbragata e in massima sicurezza) lungo la zip-line più estesa del Costa Rica. Un vero volo tra vapori che permette davvero di sentirsi un tutt’uno con questo paesaggio magico e imponente. Del resto questo modo di esplorare la foresta dall’alto fu proprio inventato in Costa Rica dai biologi vista l’impossibilità di studiarla dal basso. Quando il rigoglio sovrasta ogni cosa.

GLI spettacolari tramonti di Tamarindo sull'Oceano Pacifico. Foto di Elena Pizzetti

I tramonti d’oro di Tamarindo sull’Oceano Pacifico. Foto di Elena Pizzetti

 

Riprendo la strada verso sud ovest verso la Penisola di Nicoya, sempre nella provincia di Guanacaste, e già mi pregusto il piacere di incontrare l’Oceano Pacifico. Arrivo nella frizzante Tamarindo, proprio in tempo per assistere al tramonto che qui ha del meraviglioso: la sabbia, mista a materiale lavico è particolarmente compatta e riflettente. Complice la bassa marea ecco i rossi, gli arancioni e i viola del cielo riflessi sull’immenso bagnoasciuga. Davvero da togliere il fiato.  Le lunghe onde oceaniche attirano surfisti da ogni dove e l’atmosfera è spumeggiante. Per lo shopping tra negozietti molto originali scopro capi realizzati con stoffe organiche ricavate dal bambù, dal banano e dalla canapa. Dopo una cena a base di aragosta vista Oceano e una notte all’Hotel Tamarindo Diria proseguo verso sud. Mi rilasso passeggiando sull’immensa spiaggia di Samara e poi raggiungo quella che è diventata la mia spiaggia cult: Playa Carrillo, oltre 2 chilometri di sabbia costellata di palme, nessuna ombra di costruzione, solo lunghissime onde e tramonti che incendiano la sera. Selvaggia e autentica. Non la perdo d’occhio neppure in camera, nel nuovissimo Nammbù Hotel, resort panoramico.

Tramonto a Playa Carillo. Foto di Elena Pizzetti

Tramonto a Playa Carrillo. Foto di Elena Pizzetti

 

Mi attende l’ultima tappa nel Parco Manuel Antonio, sinfonia di foresta e spiagge. Lo trovo un po’ affollato ma del resto è tra i più famosi del Paese. La sera, ancora una sorpresa in cucina con i piatti gourmet dello Z Gastro Bar alla marina di Quepos. E la notte sono i suoni della foresta a cullarmi all’Hotel Tabullia. Davvero “Pura Vida”, come dicono da queste, per salutare e augurare una buona vita.

 

Il suggestivo Parco Manuel Antonio. Foto di Carlos Alonso Sanchez

Il suggestivo Parco Manuel Antonio. Foto di Carlos Sanchez Alonso

 

Ultima notizia fondamentale: raggiungere il Costa Rica è facile. Air France offre collegamenti da tutti i maggiori aeroporti italiani via Parigi Charles de Gaulle il mercoledì e il sabato con tariffe a partire da 880 euro in classe economica e 1.278 in Premium Economy (davvero un’ottima scelta intermedia che assicura confort e servizio al top). Il volo è operativo fino alla fine di marzo ma, a partire da aprile, è comunque possibile raggiungere facilmente il Costa Rica da Parigi con uno scalo a Panama.

 

Il Boeing 777-300  di Air France in rotta da Parigi a San Josè ha  una capacità di 468 posti: 14 in classe Business, 32 in Premium Economy e 422 in Economy.  Foto Air France

Il Boeing 777-300 di Air France in rotta da Parigi a San Josè ha una capacità di 468 posti: 14 in classe Business, 32 in Premium Economy e 422 in Economy. Foto Air France

Elena Pizzetti

@ElenaEpizzet

 

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