“Quel ramo del Lago di Como che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti” non è solo l’incipit del romanzo di manzoniana memoria che abbiamo studiato sui banchi di scuola. A dire il vero il Manzoni parlava dell’altra metà del Lario, quella “sbagliata”, dove si specchia Lecco e la montagna si fa aspra e brulla. Le sponde più belle e famose sono invece sul ramo occidentale, dolce e soleggiato, che da Como si allunga alla volta di borghi poetici incorniciati da parchi paradisiaci. Da una parte c’è Bellagio, con i giardini di Villa Melzi, monumento nazionale, progettati dall’architetto Luigi Canonica e dal botanico Luigi Villoresi. Dall’altra la statale 340 (pieds dans l’eau) sfiora meraviglie di pietra che tutto il mondo ci invidia: Villa d’Este a Cernobbio; Lenno con Villa del Balbianello, proprietà Fai e set di Guerre Stellari e Casino Royale; Laglio, da anni buen retiro di George Clooney. Poche curve più a nord, la grande star è Tremezzo: per l’incanto pittorico di Villa Carlotta, che Gian Battista Sommariva prima, il duca di Saxe-Meiningen poi, trasformarono in uno dei più incantevoli giardini d’Italia (fa parte dei Grandi Giardini Italiani), con una celebre fioritura primaverile di rododendri e azalee (circa 150 varietà). E per un albergo che gli americani conoscono molto meglio di noi italiani.

L’HOTEL CHE PIACE A HOLLYWOOD

Se la clientela più numerosa del Grand Hotel Tremezzo è a stelle e strisce, il merito è anche di Greta Garbo. “La Divina” scendeva qui, raccomandandolo ai conoscenti per ritemprarsi dalla tristezza della guerra. Infatti dopo di lei molti altri vip hanno seguito la stessa strada: dagli attori di Casino Royale, agli amici hollywoodiani di George Clooney, a Bon Jovy. Nessun passaparola può però resistere ai segni del tempo, infatti l’albergo, datato 1910, ha saputo mettersi in gioco con un restauro misurato di gran gusto, tocchi di contemporaneità, servizi sopra le aspettative. Premiato come “hotel dell’anno” dal gruppo Preferred Hotels & Resorts, ha conquistato le cinque stelle lusso grazie alla Spa nella settecentesca dépendance Villa Emilia, alla piscina fra i fiori del parco che affianca quella “sospesa” nel lago, nella cornice di pontili in legno e lettini sulla sabbia, al décor sofisticato delle camere e a un’offerta gastronomica che va dall’appena rinnovato wine bar l’Escale, al ristorante gourmet in terrazza. Qui il must è il menu Gualtiero Marchesi: risotto alla foglia d’oro e astice su un letto di peperoni, accompagnati da generose degustazioni di bollicine “made in Franciacorta”.

NEW-ENTRY AL PROFUMO DI STORIA

Gli ospiti del Grand Hotel da pochi giorni possono scegliere un’esperienza sensoriale in una location sui generis. Si chiama Villa Sola Cabiati, ed è un gioiello settecentesco che la famiglia Mallone De Santis, proprietaria del Grand Hotel, ha preso in gestione trasformandola in una residenza esclusiva per cene, matrimoni, eventi. Si può optare anche per un picnic con maggiordomo riservato. Un barbecue vista lago. Oppure per notti al profumo di storia se scegliete di affittarla tutto in blocco, sei suite comprese (prezzi in via di definizione). In questo mosaico di sale luminose affrescate dalla scuola del Tiepolo, precedute da un giardino all’italiana diviso in quattro grandi mosaici fioriti, la grandeur della storia è ovunque. Come in un museo, si cammina fra collezioni di arazzi, maioliche Meissen e Sèvres, statue, arredi preziosi quali il letto di Napoleone portato qui da Palazzo Serbelloni a Milano per salvarlo dai bombardamenti della guerra. Ci sono anche l’appartamento privato dell’abate Frisi e quello di Giuseppe Parini, che insegnava al duca Gian Galeazzo Serbelloni, all’epoca proprietario della maison, i segreti della letteratura e della poesia. Era la metà del Settecento. Poi sono arrivati il Grand Tour, la Belle Époque, Greta Garbo, George Clooney. Il nuovo volto glamour del Lariowood.

 

Elena Luraghi @elena.luraghi

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