Che ci abbia o meno messo lo zampino anche l’uragano Sandy, Obama è riuscito a guadagnare altri quattro anni alla Casa Bianca malgrado un contesto economico per lo meno difficile. Nessun presidente americano da Roosevelt in poi era riuscito nell’impresa con tassi di disoccupazione così alti, una vera iattura per un Paese come gli Usa che basa la propria economia sui consumi delle famiglie.  Ma che cosa succederà in Borsa, dopo lo scossone di oggi? Con ogni probabilità il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, continuerà a soffiare nel palloncino della ripresa immettendo denaro sul mercato a basso costo (il cosiddetto quantitative easing). Ma lo scontro – rileva Schroders – è ora sul fiscal cliff, il burrone fiscale da 600 miliardi di nuove tasse che finirebbe per deprime nuovamente l’economia americana. Uno snodo fondamentale sul quale ci sono segnali  contrastanti. Secondo Schroders né i repubblicani né i democratici vorranno però essere tacciati di aver creato una nuova recessione e alla fine prevarrà il compromesso, così come potrebbe esserci un accordo sulla proroga dei tagli fiscali decisi da Bush (un malloppo da oltre 200 miliardi di dollari).  «Il tempo stringe», conclude il capo economista Keith Wade, e nelle prossime sei settimane «bisognerà trovare un accordo» perché occorre chiarezza soprattutto sulla tassazione dei dividendi e dei capital gain (gli investitori vogliono sapere se l’aliquota sarà aumentata dal 15 al 43,4% al 23,8% rispettivamente) altrimenti il mercato rischia uno stop fatale.

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