La sconfitta di Matteo Renzi alle primarie del centrosinistra e la vittoria del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, hanno disegnato uno scenario politico molto chiaro. Ma Unicredit, per chi se lo fosse perso, lo racconta ancora meglio (anche a chi se ne infischia di quanto accade in Transatlantico) : l’aver ottenuto il 61% dei consensi implica che il 16% del governatore pugliese e leader di Sel, Nichi Vendola, sia andato pressoché totalmente a rafforzare la dotazione di voti per l’ex ministro dell’Industria. Considerato inoltre che il can can mediatico del ballottaggio ha portato il Pd nei sondaggi sopra il 33%, oggigiorno l’asse Vendola-Bersani potrebbe vincere tranquillamente le elezioni politiche con un 38% circa senza bisogno di appoggiarsi al centro di Casini & C.

Insomma, se la legge elettorale resterà quella attuale (il cosiddetto Porcellum con premio di maggioranza alla Camera per la coalizione vincente), non solo non ci sarà nessun Monti-bis (come alcuni banchieri tutto sommato auspicano), ma anche le forze moderate saranno del tutto irrilevanti per la formazione di un nuovo esecutivo. E, come sperano i sostenitori del segretario Pd, Palazzo Chigi si trasformerà in «Palazzo Pigi»…

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