DiaSorin inizia a parlare correntemente cinese. La società specializzata nell’immunodiagnostica infatti ha lanciato il proprio analizzatore automatizzato Liaison XL in Cina per rafforzare la presenza in un mercato che vale circa 530 milioni di euro. L’obiettivo è ambizioso: raggiungere in Cina, entro la fine del 2013, volumi di vendita paragonabili a quelli attualmente realizzati in Italia.

D’altronde, il gruppo guidato dall’ad Carlo Rosa non può far altro che crescere. Nel terzo trimestre i ricavi sono rimasti sostanzialmente stabili, mentre l’utile a parità di perimetro è aumentato del 6%. E le prospettive di sviluppo dei mercati più effervescenti come quello cinese è un elemento attrattivo per le case d’affari che hanno riempito di buy (“comprerare”) DiaSorin dopo la trimestrale. Morgan Stanley ha fissato un prezzo obiettivo di 33 euro e Berenberg di 30 euro. Venerdì il titolo ha chiuso a 28,11 euro: il potenziale rialzista c’è, ma occorre fare attenzione. Nonostante la crisi dell’ultimo anno, Diasorin ha guadagnato in Borsa il 50% in 12 mesi (+9 nell’ultimo mese dopo la trimestrale e l’annuncio di un dividendo straordinario di 0,83 euro in pagamento dal 3 gennaio).

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