Intesa Sanpaolo prevede che il prossimo anno lo spread, il principale termometro della crisi del debito europeo, si attesterà attorno a 280 punti base, in calo rispetto ai 395 punti segnati in media nel 2012 ma appena sotto l’obiettivo dei 287 punti che Mario Monti aveva posto come obiettivo del proprio lavoro  prima della crisi di governo. Ca’ de Sass non lo dice, ma non è difficile dedurre che la cura Monti non ha rilanciato né l’Italia né l’economia, anche perchè l’esecutivo dei Professori – di cui fa parte l’ex amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera nella veste di super-ministro allo Sviluppo – ha fatto poco o niente per la crescita.

Lasciamo la parola allo studio di Intesa: il Pil  scenderà ancora per l’intero 2013 (-1% dopo il -2,1% di quest’anno) per migliorare leggermente solo nella seconda metà del 2013: il terzo trimestre segnerà una ripresa di 0,1 punti percentuali sul trimestre precedente, miglioramento che sarà di 0,2 punti nei tre mesi successivi.

Il calo dello spread, calcola Intesa, porterà comunque a un risparmio complessivo di 5 miliardi: 3 miliardi sul fronte dei conti pubblici sulla spesa per interessi; 1,8 miliardi come effetto di trascinamento sugli interessi dei prestiti alle imprese; 280 milioni di riduzione di interesse sui mutui alle famiglie. Consoliamoci.

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