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Prima di avvicinarsi a un settore di nicchia come quello dei violini da investimento, occorre comunque conoscerne in modo approfondito le regole di funzionamento. Per acquistare uno strumento con buone prospettive di rivalutazione bisogna infatti considerare prima di tutto chi ha realizzato il violino, in secondo luogo chi lo ha suonato in passato e il suo stato di conservazione. Occorre, infine, capire se si tratta di un pezzo conosciuto sul mercato e quante volte è apparso in concerti pubblici: un fattore che può influire sulla sua quotazione al momento di metterlo in asta. L’acquirente può comunque ricorrere a degli accorgimenti  per cercare di fare aumentare il valore il violino acquistato. La pratica più diffusa è il patronage: si cerca un musicista di talento che non abbia accesso a strumenti di grande pregio e gli si affida il proprio per farlo suonare nei concerti e aumentarne la visibilità. Crescendo la fama dell’artista aumenteranno anche le quotazioni del violino. In alternativa si può affittare da subito lo strumento a musicisti importanti.

Fra i liutai viventi la palma dello strumento più pagato nel corso di un’asta spetta a Samuel Zygmuntowicz (Filadelfia, 1956). Il musicista ucraino-americano Isaac Stern possedeva due dei suoi violini. Alla morte di Stern nel 2001, entrambi gli strumenti  sono stati venduti a un’asta della casa Tarisio nel 2003. E’ stato battuto per 130mila dollari un violino costruito da Zygmuntowicz nel 1994 su un modello Guarneri proprio su commissione di Stern.

Nel mondo ci sono circa 1.900 artigiani liutai (fonte: The Strad 2011), di cui 156 a Cremona, una concentrazione che non si trova in nessun’altra città del mondo. E proprio con lo sguardo globale si propone “Mondomusica New York”, esposizione-evento organizzata da CremonaFiere, che debutterà al Metropolitan Pavilion e all’Altman Building, nel cuore di Manhattan, dal 15 al 17 marzo, presentando al pubblico americano la migliore liuteria contemporanea. Il mercato americano è quello che fa più gola, quello più consistente al mondo. Gli Usa – secondo uno studio commissionato dalla Camera di Commercio di Cremona al Cersi (Centro di ricerca per lo sviluppo imprenditoriale) dell’Università Cattolica – sono i maggiori importatori di strumenti ad arco, con 34 milioni di dollari nel 2011. Segue il Giappone con 18 milioni di US $. Fra gli esportatori l’Italia è quinta al mondo con una quota di 3 milioni di euro circa (dato 2010), un valore pressoché coincidente con quelle delle esportazioni di strumenti musicali provenienti dalla sola provincia di Cremona. Da qui prendono soprattutto la via dell’Asia, con il Giappone in testa – ma di recente sono emersi, nel ruolo di mercati promettenti, anche quelli della Corea del Sud, Singapore, Taiwan ed Hong Kong, anche con funzione di porte di ingresso verso la Cina. Nel Paese del Sol Levante i violini artigianali contemporanei di fascia alta sono quasi tutti cremonesi o europei, con prezzi che variano dai 13 ai 36mila euro in base all’abilità e alla fama di cui gode l’artigiano e alla qualità dei materiali.

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