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«Prevediamo per Monte dei Paschi una perdita netta di 19 milioni nel 2013 a fronte della nostra precedente stima di un utile di 99 milioni. Contestualmente abbiamo tagliato del 32% le stime di Eps del 2014 e, di conseguenza, abbiamo rivisto il target price da 0,18 a 0,15 euro». Quale casa d’affari ha coniato questo giudizio impietoso per il Monte di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola? Mediobanca? No! Anzi, Piazzetta Cuccia si può definire non troppo pessimista sui destini di Rocca Salimbeni con un rating neutral e un target price di 0,22 euro.

A bocciare il gruppo senese è stata Deutsche Bank. Sì, proprio quell’istituto che ha predisposto i derivati «Santorini», oggetto di pesanti svalutazioni da parte di Mps e oggetto di una prossima azione di responsabilità dell’assemblea dei soci. È vero: i broker bancari sono separati da una muraglia cinese rispetto alle attività di Corporate & Investment Banking. Succede per tutti, figurarsi per il colosso tedesco. Però, quel giudizio impietoso da parte dello stesso istituto che è parte dei problemi attuali è pesante come un pugno nello stomaco.

Ma è l’amara realtà del mercato che spesso è più adatto ai falchi raider che alle colombe cassettiste. E titoli problematici come il Monte per loro sono un ghiotto boccone. Pensateci un po’ su. Facciamo finta che stamattina avessimo in portafoglio 1.000 titoli del Monte (180,5 euro all’apertura della Borsa)  e supponiamo di averne presi in prestito altrettanti per 1.000 euro (5.540 azioni). Vendendoli d’un botto con il mercato che crollava (non solo per il report di Deutsche ma anche per quelli poco incoraggianti di Exane e di Kepler) potremmo aver chiuso una vendita a 0,17 euro con un introito di 1.128 euro. Pagate le commissioni per il prestito e per la transazione rimanevano poco meno di 1.000 euro con i quali andare a chiudere il prestito ricomprando i titoli nel frattempo scesi a 0,1612 euro e spendendo cioè 870,5 euro con un guadagno superiore ai 100 euro e ancora 5.400 azioni in tasca. Nel frattempo Mps ha recuperato l’11% dopo la chiusure delle vendite allo scoperto imposta dalla Consob e ha chiuso a 0,1798 euro. Se fossimo riusciti a vendere sui massimi di chiusura (0,1798 euro), avremmo realizzato un altro profitto di un centinaio di euro. Duecento euro guadagnati in una botta sola. Il cassettista, invece, ha visto il Monte perdere il 2,8% in una sola seduta. A Siena si corre il Palio dei Raider e il risparmiatore rischia di fare lo spettatore in Piazza del Campo.

Wall & Street

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