Belle per forza (di bisturi). Come Belen Rodriguez e Katy Perry, qui sopra immortalate. Lo scorso anno negli Stati Uniti sono stati effettuati oltre 11 milioni di interventi di chirurgia e medicina estetica, per una spesa che supera i 12 miliardi di dollari, la cifra più rilevante dalla Grande Recessione del 2008. Di questi – secondo un sondaggio promosso dall’American Society for Aesthetic Plastic Surgery – 7 miliardi sono stati destinati a procedure chirurgiche e 5 miliardi a procedure non chirurgiche.

«Il mercato americano rappresenta un segnale positivo e importante – sostiene Pierfrancesco Cirillo, segretario dell’Associazione italiana di chirurgia plastica estetica. Nel 2011 e nel 2012 in Italia abbiamo registrato un segno negativo per quanto riguarda gli interventi di chirurgia, mentre la medicina estetica è sempre risultata in crescita. Il 2013 è andato meglio dei due anni precedenti, anche se non ai livelli americani. Ad aumentare è soprattutto la medicina estetica, che ha costi più accessibili: la gente non rinuncia a curarsi e, pur di farlo, si orienta verso trattamenti meno costosi. Il settore però è maturo e, non appena la situazione economica generale sarà migliorata, crediamo che quello della chirurgia plastica sarà uno dei settori in più forte crescita».

Insomma la chirurgia plastica è una spia dell’economia del Paese. Negli Stati Uniti l’intervento più diffuso è la liposuzione (363.912 casi, +16,3% su base annua), scivola al secondo posto il seno (313.327 operazioni, -5,2%), quindi la blefaroplastica (161.389, +5,4%), «tallonata» dall’addominoplastica (160.077, +2.3%), mentre al quinto posto c’è la rinoplastica (147.966, +2.9%).

«Anche in Italia, la liposuzione è risultato l’intervento più praticato nel 2012,  soppiantando così il seno (ora al quarto posto) dopo blefaroplastica (ringiovanimento dello sguardo) e lipofilling, il trapianto di grasso», considera Cirillo.

Da segnalare infine l’aumento della chirurgia intima femminile. Le correzioni sono sempre più richieste: rispetto al 2012 la labioplastica è cresciuta del 48% e il rimodellamento dei glutei ha registrato un incremento del 58%. In Italia si registra lo stesso trend: «Pur restando un fenomeno di nicchia, sta acquisendo sempre più importanza e il numero di interventi è decisamente in crescita anche da noi».

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