Nel nostro Paese la disoccupazione giovanile è al 43%, è un dovere morale fornire una speranza ai ragazzi, anche se ciò può comportare l’addio all’Italia. Vi proponiamo, perciò, una destinazione non troppo lontana e, soprattutto, non del tutto straniera: il Canton Ticino, la regione svizzera confinante con la Lombardia nella quale l’italiano è lingua ufficiale. Non dovrete, perciò, sforzarvi di parlare francese e tedesco (a scuola non avete nemmeno studiato l’inglese, dite la verità!).

Ebbene, in Ticino è ancora aperta la campagna 2014 dell’apprendistato (o tirocinio, come si dice da quelle parti). Mentre in Italia, nonostante le buone proposte, questa forma contrattuale fa acqua da tutte le parti, in Svizzera funziona e ci sono delle opportunità. Giovedì scorso a Bellinzona il Dipartimento Educazione del Cantone ha presentato il bilancio a fine giugno delle attività di promozione del tirocinio. Le aziende nel 2014 hanno offerto 2.400 posti circa e di questi ne risultano ancora vacanti circa 370. Tutti i dati sono stati riassunti in un lungo dossier informativo. Tenuto conto che alla fine di ottobre 2013 i frontalieri apprendisti erano 870 di cui 260 al primo anno di formazione se ne deduce che i posti disponibili per i giovani italiani (l’apprendistato per gli stranieri è destinato soprattutto agli under 30) potrebbero essere tra i 50 e i 100, se non di più.

Le probabilità di assunzione potrebbero essere più elevate se il Canton Ticino non avesse recentemente emanato, in seguito a un referendum, una legge che privilegia l’assegnazione dei posti vacanti ai giovani ticinesi. Per cui essi rimangono in sospeso fino a quando non si accerta che vi sia un autoctono disponibile a ricoprire quell’incarico. Detto questo, le possibilità sono molte e vale la pena tentare. La Confederazione ha creato una banca dati dei posti disponibili. Poi, conviene sempre cercare su Internet sia nei siti delle offerte di lavoro che in quelli stessi delle aziende.

Come fare, dunque? Innanzitutto, inviare il curriculum. Se la domanda viene accettata, sarà necessario un permesso di lavoro. Dopodiché si potrebbe entrare nel meraviglioso mondo dei frontalieri, cioè coloro che provengono da un Paese confinante. Se si entra con lo status di frontaliero, si dovrà necessariamente tornare almeno una volta alla settimana in Italia. Chiaro che i residenti in provincia di Como, Varese e in Brianza siano un po’ più avvantaggiati. Ma non è detto: anche gli svizzeri stanno diventando un po’ più “italiani”. In ogni caso, fate attenzione: la delazione è incoraggiata per cui è possibile che alla denuncia di eventuali irregolarità  segua immediatamente l’intervento delle autorità, con conseguente espulsione. Per questo, informatevi all’Ufficio federale della Migrazione e cercate il permesso più adatto alla vostra situazione.

La paga è la parte più motivante. Il salario medio di un lavoratore con regolare permesso in Ticino si aggira attorno ai 4.000 franchi (3.300 euro). Gli apprendisti vengono pagati circa il 20% in meno della media e ai non svizzeri spesso vengono offerti salari un po’ inferiori. Si potrebbe scendere vicino ai 3.000 franchi (2.500 euro) e, cercando di risparmiare sull’elevato costo della vita elvetico, si può mettere da parte un gruzzoletto.

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