Se l’Italia vuole tornare al lavoro deve mettere mano all’articolo 18 evitando altri distrastri come la Riforma Fornero, ma anche gli imprenditori hanno le loro colpe: meno di 20 piccole e medie imprese italiane su 100 (per l’esattezza il 18%) aprono il portafogli per investire sul personale con corsi di formazione e di aggiornamento.  Una scelta autolesionista per un Paese dove è sempre più arduo reperire figure professionali ad alto contenuto di specializzazione e solo parzialmente perdonabile una volta considerata la crisi e il fatto che le banche non prestano a molte imprese quasi più un centesimo. 

Lo spaccato emerge dalla ricerca curata dall’Osservatorio Expo Training (la fiera italiana della formazione) su un campione di 1.000 aziende dello Stivale. Eppure la formazione nelle aziende è necessaria sia per aumentare la competitività produttiva, sia per creare nuova occupazione. Un fattore fondamentale visto che oggi  non riescono più a trovare un impiego nè i giovani che hanno terminato le superiori (ecco qualche consiglio per farsi assumere), nè i neolaureati di 25 anni nè chi a 50 anni è stato messo alla porta dalla crisi.

Il protrarsi della crisi ha inoltre fortemente ridimensionato anche  i programmi formativi sostenuti dal finanziamento pubblico (specie quello delle Regioni). Senza contare che, ma questo appare scontato, la maggior parte dei corsi di formazione si tiene nel Nord Italia (60%) mentre il Centro Italia è fermo al 20% ed il Sud al 20%.  Al punto che quattro giovani laureandi/laureati su dieci – si legge nella ricerca curata da Spinlight Pm – accetterebbero un impiego precario, mentre sei su dieci preferiscono andare all’estero. Wall & Street prosegue allora la guida con tutti i consigli utili per trovare lavoro

L’indagine  stila anche una classifica delle tematiche formative preferite dalle aziende italiane

  1. Marketing
  2. Sicurezza
  3. Management
  4. Lingue
  5. Informatica
  6. Comunicazione interpersonale
  7. Tecniche di produzione
  8. Qualità
  9. Giuridico normativa
  10. Contabilità e finanza

Un dato che evidenzia il persistere di una forte componente di materie di derivazione “scolastica” (lingue, informatica, sicurezza). «Servirebbero agevolazioni fiscali per le aziende private che attivano piani di formazione – sostiene Carlo Barberis, ad di Expo Training – e un meccanismo che consenta alle imprese che fanno formazione di sommare i propri fondi con quelli del finanziamento pubblico».

Wall & Street

 

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