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Samsung Electronics ha avviato la procedura di richiamo di circa un milione di smartphone Galaxy Note 7 per il difetto di surriscaldamento della batteria che può portare all’esplosione del dispositivo. Sono interessati tutti i telefoni venduti prima del 15  settembre e, ricorda il produttore coreano, «è estremamente importante smettere di utilizzare lo smartphone, spegnerlo e farlo sostituire seguendo il nostro programma di richiamo». Al momento, secondo quanto riportato dalla US Consumer Product Safety Commission, sono 92 i casi in cui i dispositivi hanno mostrato un malfunzionamento della batteria. Di questi, 26 hanno preso fuoco e 55 hanno causato danni ad autovetture e abitazioni.

Galaxy Note 7 è stato immesso sul mercato il 19 agosto in dieci Paesi del mondo ma ora la distribuzione è stata interrotta. Il problema alla batteria si verifica – dice Samsung – quando il telefono è sotto sforzo durante l’upload di file multimediali nel cloud: secondo un’indagine interna al gruppo, la batteria sarebbe infiammabile in 24 dispositivi su ogni milione.

Il gruppo sudcoreano offrirà a chi ha acquisito Note 7 la possibilità di sostituire temporaneamente il terminale con un altro modello, ma resta il fatto che si tratta del primo richiamo massiccio per un gruppo produttore di smartphone. Il terminale Galaxy Note 7 dispone di uno schermo da 5,7 pollici, telecamere da 12 e 5 megapixel e della stilo S-Pen e viene venduto a circa 800 euro (i prezzi variano a seconda dei mercati).

Samsung, sul suo sito, invita all’acquisto con lo slogan: «Samsung Galaxy Note 7, pensa in grande». Ma forse, prima di pensare al marketing, sarebbe stato meglio dare una controllatina in più alla sicurezza dell’apparecchio. Davvero un bel regalo per la Apple di Tim Cook che ha da poco presentato l’iPhone 7 e che deve sganciare almeno 13 miliardi a Dublino per aiuti fiscali che l’Unione Europea ha ritenuto illegali o comunque non dovuti.

Wall & Street

(aggiornato il 16 settembre 2016)

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