Palazzo Borsa

Il 20% in meno, quasi 1,5 miliardi, cioè buona parte della cifra necessaria a coprire le misure di flessibilizzazione delle pensioni che il governo intende varare. È il minor incasso delle imposte sostitutive sulle rendite finanziarie registrato dal ministero dell’Economia nei primi sette mesi del 2016. In particolare, gli introiti si sono attestati a 5,8 miliardi contro i 7,3 dello stesso periodo dell’anno scorso.

Colpa del tracollo della Borsa (-20% il Ftse-Mib da inizio anno), dei tassi di interesse a zero che spianano i rendimenti, ma anche della poco felice situazione economica del Paese che si riflette su azioni, obbligazioni e titoli quotati. Non a caso, la maggiore flessione è stata quella dell’imposta sul capital gain praticamente dimezzatasi tra gennaio e luglio (912 milioni contro 1,78 miliardi un anno fa, -49%). Anche gli interessi sui conti in banca danno poca soddisfazione (-36% a circa 500 milioni), mentre sono calati dell’8% a 3,4 miliardi i prelievi sulle cedole di bond e Btp. L’unico gettito che cresce è quello dell’imposta sulle riserve matematiche delle assicurazioni nel ramo vita (+15% a 2,5 miliardi) e le ritenute su contributi a enti pubblici, su premi e sui riscatti delle assicurazioni vita (+33% a 845 milioni). Dati che impongono di ripensare il prelievo fiscale sui mercati finanziari, pena un continuo assottigliarsi delle entrate.

Wall & Street

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